Incontrare i miei accaniti lettori è sempre un'occasione per capire come sta andando il diario e per spunti di nuovi articoli scaturiti dalle conversazioni. Per questo che preferisco avere un rapporto reale con le persone che seguono questo blog intanto perché, a differenza della massa informe che dicono di non essere "Social", ma sono presenti su tutti non solo quelli principali, io sono social perché è uno strumento utile per farmi conoscere, ma preferisco incontrare, quando è possibile le persone che mi leggono... ecco mi risparmierei volentieri, se è possibile, incontrare i garanti della democrazia e gli sbirri al loro servizio... che sicuramente mi leggono, ma per fortuna non commentano.
In questo gradevolissimo incontro, dove ho avuto occasione di incontra 2 miei lettori (o almeno così sostenevano, ma se la nostra chiacchierata fosse stata un'interrogazione scolastica, quasi sicuramente avrebbero portato a casa un'insufficienza), mi è stato consigliato un libro dal titolo "L'Imperatore Giuliano e la nostalgia degli Dei" di Tommado Indelli "L'imperatore romano Giuliano è una delle figure del passato per le quali la trasfigurazione simbolica e l'elaborazione mitica di cui sono state oggetto hanno forse superato l'effettiva realtà storica... Il libro di Tommaso Indelli ha il merito di restituire la complessità del personaggio e dell'epoca, di seguirne l'elaborazione del mito e di passare in rassegna in modo ordinato la copiosa storiografia sul tema, fornendo al lettore adeguati strumenti per la conoscenza di un protagonista del nostro passato che merita di essere conosciuto. Prefazione di Claudio Azzara." questa è la descrizione che viene fatta del libro su IBS.it presso cui è possibile acquistarne una copia.
Onestamente non lo conosco quindi non mi posso soffermare più di tanto sul contenuto del libro e sulla figura dell'Imperatore data dall'autore, ma una teoria che, da un lato mi ha incuriosito mentre dall'altro mi ha fatto raccapricciare è la visione che Giuliano aveva delle divinità. Secondo lui, infatti, gli Déi sono etnici. Ovvero, da buon pagano, sosteneva che gli Déi Romani non andassero bene per i pellet ed i "Barba", ma fossero perfetti per i Romani. Dal momento che le religioni precristiane (Greco-Romana, Germanico-Norrena, Celto-Britannica) erano sovrascrivibili, possiamo affermare che, "dialetti" a parte, potessero tutte adattarsi alla cultura e alla Natura europea. Indicativamente però, quanto è emerso dalla chiacchierata, secondo Giuliano gli Déi Europei guidavano i popoli europei e i popoli europei credevano negli Déi europei, mentre adesso i pellet adoravano il dio "Merda" e dal dio Merda erano guidati.
Fino a questo punto mi trovo assolutamente concorde con l'Imperatore, anzi ho persino l'impressione che mi abbia rubato il pensiero (se non l'idea). La stessa teoria si applicherebbe ad ebrei e cristiani, invero è qui che iniziano i problemi, infatti Giuliano suggerisce che il dio dei cristiani è un dio ibrido ovvero che ha origini semitiche (sempre da quanto mi è dato di comprendere durante la chiacchierata) ma può guidare i popoli europei.
Lungi da me dare contro all'imperatore che 1000 anni prima di San Gregorio calcolò (con una certa precisione) la durata dell'anno solare, ma se davvero ha affermato questo non mi sento proprio di sostenerlo. Infatti bisognerebbe partire dal presupposto che le 3 religioni monoteiste principali, più le varie "eresie" a corredo, di fatto chiamano con nomi diverso lo stesso dio, di conseguenza se il dio dei cristiani è un ibrido, nel senso specificato prima, per la proprietà transitiva lo sono anche jhvh e allah (tutto minuscolo perché mi fanno schifo tutti alla stessa maniera). Aldilà dei dettagli insignificanti per cui dio ha mandato il figlio in terra, per cui il "nuovo" dio è gesù, affronteremo anche questo aspetto, in verità "dio è uguale a jhvh, allah è uguale a dio, per la proprietà transitiva jhvh è uguale ad allah", non associo nomi di animali per non fare confusione. di conseguenza le proprietà che ha uno le possiedono anche gli altri due perché di fatto sono esattamente la stessa identica cosa. Sono i profeti che hanno fatto casino.
Quindi l'Imperatore Giuliano, nell'affermare che il dio dei cristiani è un ibrido, afferma automaticamente che anche gli "altri due" lo siano, ma onestamente se non mi sentivo rappresentato da dio difficilmente mi sentirò rappresentato dalle altre due blasfemie. Il rischio è che così facendo cada anche l'intero discorso sull'etnicità degli Déi.
Queste sono illazioni basate sulle deduzioni di un lettore che, per quanto possa aver espresso correttamente quanto ha compreso delle parole di Giuliano, rimane pur sempre una sua interpretazione del testo, che a sua volta è già, probabilmente, una interpretazione dell'autore alle parole dell'imperatore, se ha tradotto direttamente un suo scritto, o di un tizio che ha scritto un libro, interpretando libro che ha scritto uno che ha tradotto un libro che era basato sulle interpretazioni di uno che aveva tradotto la lista della spesa di un tizio chiamato Giuliano contemporaneo dell'Imperatore.
Avviandomi alla conclusione, cercando di chiudere l'argomento aperto su gesù, di fatto aldilà delle interpretazioni cristiane, e non, gesù (in quanto figlio di dio) non era egli stesso un dio. Bensì era un semi dio che, nell'era antica, avevano la valenza di Eroi quali Ercole, Achille e Siegmund. Infatti la peculiarità di un Eroe è la natura semi divina del suo essere. Ovvero nati dall'unione (carnale) tra un essere umano e una divinità (siano esse maschili o femminili, anche se più frequente l'unione tra un dio e una donna mortale) ed anche gesù, dovendo essere trasposto alle religioni pagane europee, non fa eccezione. Infatti gesù nasce dall'unione tra jvhh (se così vi piace chiamarlo) e Maria (uso la forma italianizzata, ma non si tratta della Maddalena che ne diventerà poi la "moglie"), anche se poi i cristiani per rendere più pura la figura di gesù lo fanno nascere senza concepimento, in modo da poter cancellare l'onta del peccato originale (ovvero l'accoppiamento).
Concludo con una battuta, ma solo perché alla figura di gesù non sono state concesse bellicose gesta eroiche, tipiche delle tradizioni europee, proprio perché l'obbiettivo degli ebrei che hanno partorito questa bella pensata era proprio di distruggere lo spirito guerriero dell'Europa.
Se però pensate che gesù, a modo suo non sia stato un Eroe semi divino per il semplice fatto non aver combattuto i giganti, o contro i titani, ecc. vi basti ricordare le sue due imprese più clamorose (e allo stesso tempo bellicose, quindi non mi riferisco al miracolo di trasformare l'acqua in vino... utile sì, ma non allo scopo di questo articolo), ovvero la cacciata dei mercanti (ebrei) dal tempio a suon di cinghiate e tavoli sui reni e l'essergli riuscito (subito prima della sua crocifissione) di chiedere agli ebrei di tirar fuori dei soldi per pagare le tasse. "Date a Cesare quel che è di Cesare", con questa frase gesù indicava il fatto che sulle monete, con cui gli ebrei si stavano arricchendo non pagando le tasse, era raffigurata l'effigie del Cesare di Roma, "l'Imperatore", quindi quel denaro apparteneva a lui e non a dio (o ai suoi figli).
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