28 marzo 2019

Con tutte le mie fobie perché mi ostino ad uscire di casa?

"Permettetemi di scorrere la lista della spesa:

 - omofobia... ce l'ho!
 - islamofobia... mmm... "paura" di chi può farsi zompare in aria nel mio supermercato preferito... mi sa di sì, quindi ce l'ho!
 - transfobia... mai sentita ma dev'essere la paura verso i "pentiti"... beh sposare una donna e scoprire in viaggio di nozze che oltre ad avere una marcia in più ha anche la leva del cambio... direi "Aaaltro sì", ce l'ho!
- xenofobia... ah sì quella classica... la prima che ho collezionato... direi proprio di sì non può mancare, quindi per me è sì ce l'ho!
E questa? cos'è sta fobia nuova... fatemi dare una snasata... non la riconosco...
 - Afrofobia... fobia vuol dire paura; Afro (va da sé) vuol dire pellet... boh sarà paura degli africani... bah nel dubbio la spunto poi cerco di capire meglio."

La nuova follia europea è quella di affibbiare a noi "suprematisti" bianchi altre colpe. Infatti non basta che, in senso generale, abbiamo "paura" degli stranieri ora vogliono essere più specifici e dirci di preciso di chi stiamo avendo paura.
La vera rivelazione però la ottieni quando cerchi l'etimologia della parola xenofobia perché qualcosa suona strano e intanto scopri che nessuno indica un'etimologia greca della parola (diversamente a quanto se la tirano in TV) e poi trovi unaparolaalgiorno.it che ti dice "Avversione per gli stranieri e per ciò che è straniero" e fin qui i compiti a casa sono stati fatti, ma aggiunge "Una parola di gran moda, ed estremamente lusinghiera. Troppo." "Non ho afferreto!!!" (direbbe Lino Banfi), ma mica finisce qui "Infatti veste da fobia - cioè da disturbo psicologico che consiste in una paura ossessiva - qualcosa che è solo un pregiudizio. La xenofobia non è una fobia. Non si parla di piani di assistenza psicologica agli xenofobi, né gli xenofobi pensano di averne bisogno. Si tratta di un succedaneo dei nazionalismi, che oggi non hanno più la forza di affermarsi seriamente, almeno dalle nostre parti: insomma, se non ti puoi aggregare intorno a un ideale positivo, almeno fallo intorno a uno negativo.

Chiamare xenofobia l'odio per lo straniero e il pregiudizio nei suoi confronti dà a questo sentimento una dignità che non dovrebbe avere. E parafrasare "xenofobo" in "colui che odia gli stranieri" può risultare perfino più incisivo: fa cadere la maschera di una parola alta, spiegando pianamente la bassa realtà di un pregiudizio.".
Ah sì devo ammettere che come dizionario fa cagare, ma quello che scrive sto moralizzatore quasi lo condivido.
Infatti per chi mi segue da più tempo sa che io non ho paura di tutto quello scritto in elenco poco fa... io provo un naturale, genuino, orgoglioso e viscerale "ODIO" per tutte le categorie sopraccitate o, al massimo (se invitato nei salotti "bene"), un garbato raccapricciante disgusto.
Purtroppo però questa nuova categoria non è stata resa nota da qualche giornalaio psicologo della sinistra annoiata che non sa più cosa inventarsi per trovare nemici dove non ci sono (Mentana, Vauro, ecc.). La cosa grave è che a inventare una nuova patologia della discriminazione "Ed è di martedì pomeriggio l’approvazione presso il Parlamento Europeo della risoluzione sull’afrofobia, cioè una «forma di razzismo, che include qualsiasi atto di violenza o discriminazione, alimentato da abusi storici e stereotipi negativi, che porta all’esclusione e alla disumanizzazione delle persone di origine africana»." Quindi nel momento in cui diventa una "legge" europea gli stati membri sono obbligati a tradurla nell'ordinamento giuridico onde evitare sanzioni. Ricordo solo che le leggi europee di fatto violano ogni qualsivoglia tipo di ordinamento giuridico, in quanto a quasi 30 anni dalla sua trasformazione "nominale" (ovvero da quando ha assunto il nome di U(B)E (Unione (Banche) Europee) e a oltre sessanta dalla sua reale fondazione di fatto non ha una Costituzione. Ciò significa che dal momento in cui la nostra costituzione non ammette l'esistenza di leggi che non siano state "tradotte" (il termine "tradotto", nei casi in cui è stato usato sinora, va inteso come "proveniente da..." o "dedotto da..." non in senso di una traduzione dal burocratese) dalla nostra costituzione. Per tali ragioni quel parassita bastardo di Renzi era così ansioso di modificare la costituzione italiana, nell'ultimo mandato, per poter "tradurre", ovvero trasformare in legge, le direttive europee (che ai nostri giornalisti piace chiamare leggi).
Nello specifico cosa prevede l'assunzione di questo nuovo termine? Per caso che da oggi esisterà un nuovo modo con cui definire il mio odio sistematico? Anche, ma soprattutto "Nel documento si dichiara che in Europa vivono all’incirca 15 milioni di persone di origine africana e secondo uno studio dell’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali «le minoranze provenienti dall’Africa, soprattutto dell’area subsahariana, sono particolarmente esposte al razzismo e alla discriminazione in tutti gli aspetti della vita». In virtù di questo il Parlamento stila un elenco di richieste fantasiose che le istituzioni e gli stati membri dovrebbero accogliere e che va dal  «riconoscere questa forma specifica di razzismo esortandole a combattere in modo sistematico le discriminazioni etniche e i reati generati dall’odio nonché a mettere a punto risposte politiche e giuridiche a tali fenomeni che siano efficaci e basate su dati oggettivi» al fantascientifico «porre fine a qualsiasi forma di profilazione razziale o etnica nell’ambito dell’applicazione del diritto penale, delle misure antiterrorismo e dei controlli dell’immigrazione»." rileggiamo un attimo "«riconoscere questa forma specifica di razzismo esortandole a combattere in modo sistematico le discriminazioni etniche e i reati generati dall’odio nonché a mettere a punto risposte politiche e giuridiche a tali fenomeni che siano efficaci e basate su dati oggettivi»" Tradotto nella mia lingua significa che non bastano la legge Scelba, la Mancino e la legge Fiano (per fortuna dimenticata in un cassetto del Senato e definitivamente affondata dallo scioglimento delle camere)... ora arriverà anche l'accusa (perché mettere a punto risposte politiche e giuridiche a tali fenomeni non significa altro che comminare una pena a chiunque voglia sentirsi libero di non farsi "stuprare" dagli stranieri e dalle multinazionali) di Afrofobia. I popoli europei sono sempre più discriminati etnicamente e le pecore continuano a votare gli stessi pupazzi che poi ci accusano di razzismo quando non ci sentiamo abbastanza in colpa per non aver dato anche il culo ai negri.
Non solo si legge anche «porre fine a qualsiasi forma di profilazione razziale o etnica nell’ambito dell’applicazione del diritto penale, delle misure antiterrorismo e dei controlli dell’immigrazione». Fatemi capire quindi gli stupratori, se di origine africana, finalmente finiranno in prigione anziché essere rilasciati perché "Culturalmente inconsapevoli che stuprare una donna è un reato"? Finalmente gli scafisti verranno trattenuti in carcere per traffico di esseri umani anziché rilasciati perché "trattasi di un crimine dettato dalla necessità economiche"? O piuttosto, come temo, ci spingeranno a regalare  la cittadinanza a chiunque varchi i patri confini?
Forse si arriverà all'eccesso mostrato nel film dei Simpson's quando Homer, giunto al confine tra Canada e Alaska, si vede mettere in mano una mazzetta di banconote perché l'Alaska permette alle compagnie petrolifere di deturpare il paesaggio. Lo stesso succederò in Italia giunti al porto di Lampedusa, Catania o sugli scogli di qualche spiaggia seminascosta ci sarà un addetto alla dogana che metterà in mano allo sbarcato un documento di identità (senza foto perché non ci dev'essere nessuna  forma di profilazione razziale o etnica) ed una mazzetta di banconote, infatti il decreto anti-afrofobia "Impone, nei fatti, che agli africani vengano concessi dei privilegi di tipo economico che molti europei non si sogneranno mai di avere. La risoluzione chiede infatti «di rivolgere una particolare attenzione alle persone di origine africana all’interno degli attuali programmi di finanziamento e del prossimo quadro pluriennale invitandola anche ad istituire un gruppo dedicato nell’ambito dei suoi servizi, che si occupi nello specifico delle questioni connesse all’Afrofobia». Anche per quanto riguarda le abitazioni, ovviamente, si invita ad «affrontare la discriminazione nei confronti delle persone di origine africana nel mercato immobiliare e ad adottare misure concrete per contrastare le disuguaglianze nell’accesso agli alloggi, garantendo altresì alloggi adeguati»." (tutte le citazioni senza fonte sono de Il Primato Nazionale)
Ma dal momento che sti "scapati de casa non avranno neanca gli occhi per piangere" come pagheranno affitto e bollette che, per quanto agevolate al minimo nelle cosiddette case popolari, se non paghi ti cacciano fuori a pedate nel culo?
Allora si potrà trattare i pellet alla stessa maniera per cui ti diamo la casa popolare, ma se non paghi calci nel culo? O finirà come al solito che quello che loro si rifiuteranno di pagare (perché il mantenimento del Mercedes li rende indigenti) finirà a carico dei pochi italiani a cui è stato concesso di avere un tetto sulla testa?
Prima di concludere mi concedo un'ultima precisazione... forse definirmi Afrofobico è un po' esagerato. Infatti seppur mi stiano sul cazzo i pellet, mi stia sul cazzo il deserto, mia faccia schifo l'idea di fumare ashish... cazzo odio persino gli animali di Madagascar perché vengono dall'africa (volutamente in minuscolo)... non odio proprio tutto ciò che l'africa ha prodotto nella sua storia millenaria. Non mi riferisco né al petrolio né ai diamanti e ovviamente nemmeno all'AIDS (per quanto si fosse rivelata utile quando era esclusiva di negri e checche)... Bensì sto parlando di Charlize Theron che, con i suoi splendidi capelli biondi e i suoi scintillanti occhi azzurri, è chiaramente di origini subsahariane... infatti è sudafricana.

Vabbè se proprio devo trovarle un difetto... perché Freud dice che la perfezione non esiste... il fatto di fare "Teron" di cognome non è il massimo... ma può sempre cambiarlo in Brambilla se la cosa non la offende troppo.



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