29 marzo 2019

Donne e armi.

In un mondo distorto, come quello odierno, persino gli ideali in cui crede una certa area politica hanno bisogno, per convenienza antagonista, di piegarsi, spezzarsi e infine inchinarsi innanzi al sacro sigillo del "pensiero unico".
I buonisti, i moralizzatori delle macchinette, le femministe e ogni altra oscenità che predica bene e razzola male, hanno talmente bisogno che il "nemico" (per lo più inesistente) interpreti il ruolo che gli è stato assegnato. Così i buonisti hanno bisogno di una destra che si fa largo a roghi in piazza degli immigrati (mentre bruciano l'effigie di Salvini), i moralizzatori delle macchinette hanno bisogno del decreto sicurezza (così da poter dire "io fucilerei chiunque intende impugnare delle armi!"), le femministe hanno bisogno di credere che MADRE NATURA sia maschilista perché costringe la donna al ruolo di madre, ma non scelgono di rinunciare a tale diritto bensì pretendono che a restare incinta sia l'uomo.
Hanno bisogno che la destra radicale, a cui io stesso ho a volte mosso delle critiche, interpreti il ruolo del maschio "alfa" (che va tanto di moda oggi) che relegano le donne in cucina a suon di "schiaffoni" se alzano la testa dalla pulizia del pavimento per qualcosa di diverso da cucinare e/o procreare... ma come sempre dimenticano i dettagli. 
Partendo dalla "lontana" Germania Nazional-socialista:
 - La regista Leni Riefenstahl;
 - La scrittrice Thea von Harbou;
 - L'aviatrice Hanna Reitsch*;
 - La cantante d'Opera Elisabeth Schwarzkopf
 - La cantante Zarah Leander;
 - La pianista Elly Ney;
 - L'architetto Gerdy Troost;
Insomma a scorrere quest'elenco non sembra proprio che le donne nel Terzo Reich fossero relegate al ruolo di schiave. 
Colgo l'occasione anche per chiarire, spero una volta per tutte (anche se, sono certo, il pregiudizio continuerà a essere tramandato) che cosa fossero i centri Lebensborn, spesso sono definite i "bordelli" degli alti gerarchi. "Tutto quello che ha detto il mio collega sono stronzate! Grazie". Per entrare a far parte delle SS bisognava rispondere a determinati requisiti fisici e razziali? Vero. Per poter contrarre matrimonio nella Germania di quegli anni erano richiesti standard fisici e razziali più elevati che in passato? Vero. Le donne tedesche erano usate come uteri in affitto per la superiorità della razza Ariana? Una stronzata. Le leggi razziali disincentivavano certo il matrimonio e la procreazione tra Ariani e non Ariani (tassativamente vietato tra le SS). Ma non tutti erano arruolati nelle truppe d'élite dell'esercito tedesco. Quello che a volte si verificava erano le gravidanze extra coniugali (che per quanto il Nazismo fosse all'avanguardia non tutta la nazione era all'avanguardia mentalmente e moralmente), di conseguenza alle ragazze-madri veniva concesso aiuto economico, assistenza medica ed eventualmente, qualora rispettasse gli standard genetici, un marito.
Non solo spesso i mariti partivano per il fronte dal quale spesso non tornavano, anche se il matrimonio era stato consumato e la mamma era in dolce attesa, ma in egual modo le veniva offerto un servizio di assistenza economico, medico, psicologico e morale... erano tutte donne che si ritrovavano nella medesima situazione quindi non correvano il rischio di incappare in giudizi e "pietosismi" della moralistica Germania cristiana.
Ciò detto si torna nell'Italia fascista dove negli anni '20, '30 e '40 era radicata nei costumi popolari (derivanti per lo più dalla dottrina della chiesa cattolica) l'idea della donna inferiore all'uomo e relegata appunto a quel ruolo di subordinata del "padre padrone" che non trova invece alcun riscontro (almeno non così marcato) nel passato pre-cristiano... devo ancora trovare riferimenti ad un'obbiezione che mi è stata mossa secondo la quale nella legislatura romana era presente una norma che permettesse al marito di uccidere la moglie senza alcun motivo (cioè senza doversi nemmeno preoccupare di inventare una scusa plausibile quale "eh! Pensavo fosse un ladro!".
Durante il regime, soprattutto nella RSI, esisteva un gruppo militare chiamato SAF (Servizio Ausiliario Femminile (SAF) è stato un corpo femminile delle forze armate della Repubblica Sociale Italiana, le cui componenti, tutte volontarie, sono comunemente indicate come ausiliarie.) sostanzialmente le ragazze, infatti spesso non superavano i 16 anni di età, chiesero a Mussolini di poter combattere per difendere l'Italia. Non si trattava, come succedeva in altri, posti di arruolamenti forzati per opporre semplicemente della carne alle pallottole nemiche.
Nonostante questo le categorie antagoniste, di cui sopra, continuano a puntare il dito contro una certa area politica che, quando lo fa, parla di famiglia intende prendere la donna e incatenarla al centro della casa con "corsa" sufficiente per raggiungere con lo straccio tutti gli angoli del suo "Regno".
Partendo da questo presupposto alle eminenze del pensiero unico rode il culo quando "Nessun italiano prima di lei era mai riuscito a sconfiggere gli atleti scandinavi e vincere una Coppa del Mondo generale di biathlon. Dorothea Wierer, 28 anni, altoatesina, è riuscita nell’impresa una settimana dopo aver vinto la stessa prova ai Mondiali svedesi di Ostersund. Il biathlon, ricordiamo, è uno sport invernale, tradizionalmente praticato dalle popolazioni nordeuropee: rievoca le antichissime usanze delle popolazioni nordiche (le prime testimonianze ci sono pervenute tramite pitture rupestri del III° millennio prima di Cristo) che cacciavano e si facevano la guerra sugli sci nelle grandi distese innevate. [...] Italiana, troppo forse, per trovare spazio nella trasmissioni di Fazio & compagnia strisciante; o per trovare echi nelle bacheche social di tutti i soloni buonisti con il fetish morboso per le “atlete italiane con la pelle scura”, in realtà più razzisti di chi additano come tale. Non sgomita, non “scoatta” sui social come Balotelli, non si presta ad essere uno spot elettorale pro ius soli come Kean, non rivendica diritti, non dice “le italiane siamo noi” dopo aver vinto una medaglia. Non ha bisogno di dirlo, lo è. Ed è straordinariamente bella, incarna un’ideale estetico antico, sano, in un’epoca di Conchita Wurst, uomini incinti o modelle obese: una bellezza che non è fine a sé stessa, ma si esprime nell’azione. Qualcosa che è completamente alieno alla narrazione di una certa agenda ideologica. E poi è colpevole. Colpevole di praticare uno sport dalle origini antichissime, dove si usano le armi e che richiama un passato di sopravvivenza e lotta: e in un’epoca di piagnistei, di diritti concessi al solo schioccare delle dita, di corsie preferenziali e quote rosa parlare di caccia e guerra è oscenità." (fonte Il Primato Nazionale)
Ci tengo a specificare solo che per il sottoscritto l'amore non ha una taglia precisa, ma ha un colore ben definito senza alcuna sfumatura di grigio, di nero o di rosso che siano.
Insomma "Bella, Buona e Sana un'atleta Italiana"...

Insomma lei non ha bisogno di tirarsi le uova in faccia da sola per garantirsi un posto in nazionale... le basta imbracciare un fucile e fare centro.

*Per quelli che non la conoscono (anche se è una delle figure che un paio di volte compare nel bunker di Hitler nel film "La Caduta") Hanna Reitsch: "In gioventù fu una fervente nazista, ricevette diverse decorazioni e fu nominata capitano per la sua intensa attività di collaudatrice di velivoli civili e militari e per la conquista di diversi record mondiali, in particolare nel volo a vela.

Fu tra l'altro collaudatrice dello Junkers Ju 87 "Stuka", del Dornier Do 17 e del primo elicottero pilotabile, il Focke-Achgelis Fa 61. Quando per la Germania la vittoria sembrava impossibile, fu lei la prima a proporre a Hitler la costituzione di squadriglie di kamikaze tedeschi. Si propose come pilota collaudatrice per una versione dotata di cabina di pilotaggio della bomba volante V1-e, detta Reicherberg." e per quelli che le donne del Reich erano solo prostitute.

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