Inizierei con lo specificare che la suddivisione delle giornate in ore, per quanto comode, è perfettamente inutili in una vita lavorativa come quella agricola o pastorale (intesa di chi si dedica alla pastorizia non ai preti). Sostanzialmente chi zappa il campo lo fa dall'alba al tramonto e si ferma per bere, mangiare e riposare (se non ha la frusta del padrone a scandirgli con maggior precisione i differenti momenti quotidiani) quando a fame, sete e sonno. Diventano utili per quella parte di popolazione più intellettuale (che quindi non si occupa di lavoro fisico) per scandire il tempo da dedicare alle varie attività della sua giornata. Diventano invece fondamentali nell'era moderna, dove la frase che sento con maggiore frequenza è "ah per me il tempo non è importante, pensa... non porto nemmeno l'orologio!" salvo poi guardare l'ora sul cruscotto della macchina, sullo schermo del computer, su quello del cellulare, del tablet, ecc.
Sorvoliamo sulla meticciato delle funzionalità degli oggetti tecnologici, per cui qualunque strumento diventa un computer (dal telefono cellulare agli orologi).
Normalmente chi usa frasi di quel tipo o è cronicamente in ritardo, il che non implica un disinteresse nei confronti del tempo bensì una totale mancanza di rispetto nei confronti delle persone a cui si da appuntamento salvo poi mancarlo. Oppure uno che non ha un cazzo da fare per cui quando si alza dal letto si alza e "stiamo tutti bene!".
Detto onestamente sono tra quelli che da tempo non usa l'orologio da polso (inizialmente mi ero stancato del fatto di dover riparare continuamente il perno del cinturino, in seguito è diventata un'abitudine a non indossare nulla ai polsi), ma non sono mai arrivato tardi se non per imprevisti davvero imprevisti, infatti solitamente arrivo elegantemente in anticipo di almeno 15min.
Tutto questo preambolo è necessario per spiegare quanto poco influirà sulla vita della marmaglia, semmai dovesse passare, la decisione di rendere permanente l'ora legale. Secondo quanto già premesso allo stato attuale delle cose non è un fattore determinante, in quanto chi è abituato ad essere puntuale agli appuntamenti continuerà ad esserlo, chi è abituato a mancarli continuerà a fottersene. Cosa cambierebbe allora?
Dal punto di vista meramente pratico non cambierebbe nulla. Quello che mi spaventa è, come sempre, l'aspetto morale dell'intera faccenda. Ci ho impiegato una vita a capire le ragioni che spingono i vari paesi del mondo, in cui si alterna ora solare e ora legale, ma ho sempre patito (interiormente) il periodo dell'anno in cui il nostro cammino di esseri umani è distaccato da quello del sole. Apprendere che, forse già da quest'anno, questa dissociazione potrebbe diventare permanente offende la mia sensibilità tradizionale.
Già da diverso tempo noto uno strano comportamento negli orologi di più vecchi di casa. Ovvero ho l'impressione che l'orologio dei cellulari siano più "veloci" rispetto, ad esempio, alla radiosveglia col risultato che il cellulare dopo 1 o 2 mesi risulta in anticipo i un minuto, mentre quello dell'autoradio (la cui ora presumibilmente si sincronizza col cellulare tramite bluetooth, da natale ad oggi è in anticipo di 2min.
Il sole no! "segue sempre il suo giro" (so che siamo noi a girare attorno al sole e non viceversa,ma tradizionalmente si dice così) nel nostro cielo. Alla medesima ora del medesimo giorno, egli sarà al suo posto onorando l'appuntamento che ha con la terra... indipendentemente dai vani tentativi fatti dagli scienziati per snaturare la natura.
Devo ancora organizzarmi per preparare la battaglia contro il mondo, ma probabilmente la mia risposta (del tutto inadeguata), sarà quella di restare all'ora solare e imponendo, al resto del mondo, di interagire con me secondo gli orari dell'ora solare.
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