17 aprile 2020

I torinesi muoiono di fame... i "nuovi torinesi" continuano ad essere assistiti?

Prima di iniziare una piccola postilla... dopo la pubblicazione dell'ultimo articolo sono entrato in possesso (mi hanno inviato il link) di un filmato che spiegava, riportando anche chi aveva votato per il MES, nel 2011. Ho inserito il link al fondo dell'articolo "L'Italia si muove di tradimento in tradimento" pubblicato mercoledì, qualora non lo aveste ancora visionato (in quanto avevate letto l'articolo prima del suo inserimento) vi invito a guardarlo perché molto interessante... ma veniamo ad oggi.

Giunge da Torino la notizia che la cittadinanza sta iniziando a rivolgersi al Monte dei Pegni (presso lo sportello San Paolo) per far fronte all'emergenza già segnalata come sicuramente conseguente alla politica del rattoppo del governo rosso/rosso scuro. Non solo gli anziani con le loro pensione, ma anche gli infermieri, tra i pochi fortunati a lavorare ancora, stanno andando già incontro alla crisi economica. Sostanzialmente non hanno i soldi per mangiare e sono, quindi, costretti a vendersi i beni di famiglia, siano essi oro e/o gioielli.
Il Sindaco Chiara Appendino, recita la sua parte, ovvero, quella del politico preoccupato per le sorti della sua città, o meglio, dei suoi cittadini, ma chissà se comprende appieno il fatto che dal governo i soldi non arriveranno mai se non quando sarà troppo tardi e nella misura insufficiente a far fronte alla crisi economica e che, quindi, spetterà alle regioni trovare i mezzi per far ripartire ORA l'economia delle regioni. Cirio (Presidente della regione Piemonte) afferma ""Parlare di normalità sarebbe imprudente, ma credo che il 4 maggio si possa iniziare una nuova normalità". Il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, parla così della Fase 2. "Aspettare a braccia conserte che il virus se ne vada per ripartire come prima è il più grande errore che si possa fare - aggiunge in una video intervista all'ANSA -. Attrezzarci in questa fase di coda del virus epidemico per ripartire con una nuova normalità per ripartire in sicurezza è il grande sforzo di responsabilità e di lungimiranza che la politica tutta deve fare"." e chiede al governo di concedergli poteri speciali, come quelli concessi alla Liguria per il ponte Morandi, per dare accesso immediato e diretto ai sussidi per i cittadini in difficoltà. Il problema qual è?
Che non ci sono soldi e non ci saranno mai finché dovremo chiederli (a "strozzo") all'Europa.
Il Primato Nazionale, al riguardo, ha provveduto a stilare un decalogo che sembra dare le risposte che il governo cerca, ma (secondo me che tuttavia non sono un esperto) mancherebbe un passaggio fondamentale... ma piuttosto che niente... meglio piuttosto.

"Udite, Udite, si butta il bando!
– Il Governo ha ordinato all’Officina Carte & Valori di Bankitalia di produrre banconote in Lire degli stessi tagli e intercambiabili con gli euro

– In caso di controversia con la Ue (come quando bloccarono i bancomat in Grecia) l’Esercito provvederà in un week end a ritirare gli Euro e sostituirli dalla moneta nazionale, in banche e uffici postali.

– In questo caso l’Euro cesserà di avere corso legale in Italia, sostituito dalla Lira.

– I cittadini in possesso di Euro potranno cambiarli in Lire dal lunedì successivo.

– Tutti i conti saranno convertiti in Lire alla pari.

– Tutti i pagamenti, anche di stipendi e pensioni, saranno in lire.

– A chi non accetta pagamenti in Lire viene revocata la licenza commerciale, chiusa la partita IVA etc. etc."

Mah anche se non mi fa impazzire l'idea di avere la lira "pesante", meglio riconquistare la sovranità monetaria piuttosto che elemosinare soldi dall'eurozona.
Il passaggio fondamentale che, a mio avviso, manca è il mantenimento costante ed unitario (in tutto il paese) dei prezzi per evitare l'inflazione che ne deriverebbe dallo stampare moneta propria e iniettarla liberamente nel mercato.
"inflazione Aumento progressivo del livello medio generale dei prezzi, o anche diminuzione progressiva del potere di acquisto (cioè del valore) della moneta. Il fenomeno può avere molteplici cause, sia reali sia monetarie, e assumere forme differenti. [...] Gli economisti della scuola monetarista sostengono che l’i. è generata da un aumento della quantità di moneta eccessivo rispetto all’aumento della produzione di merci. La moneta immessa nel sistema economico, finendo nelle mani degli individui, prima o poi verrà da costoro spesa nell’acquisto di merci. Se la produzione di queste non può essere espansa perché il sistema economico è in una situazione di piena occupazione (cioè gli impianti e i macchinari sono pienamente utilizzati e non vi sono lavoratori disoccupati), si avrà una domanda di merci superiore all’offerta e un conseguente aumento dei prezzi delle stesse, cioè del livello generale dei prezzi." Sicuramente in Italia, in un primo momento, questo pericolo non si correrebbe perché non siamo assolutamente a piena occupazione né di macchinari né di operai. In ogni caso si può ovviare a questo eliminando il concetto di libero mercato, ovvero un determinato prodotto ha un determinato prezzo finale, indipendentemente dal produttore. Se tale bene è prodotto in Italia non c'è bisogno di acquistarne altre quantità dall'estero a prezzi concorrenziali, se non è prodotto in Italia il prezzo può comunque restare invariato, in tutto il paese. In parte, e poi finisco con il trattato di economia tornando al nocciolo della questione, viene già fatto il caffè, al banco, ha un costo simile in tutto il paese così anche se si entra nel bar in cui Garibaldi e Cavour giocavano a briscola... non andiate a pagare un caffè (al banco) €5000. In teoria anche il monopolio delle sigarette sarebbe soggetto alla stessa regola, ma con l'importazione di prodotti stranieri (altre marche di sigarette che non siano le Nazionali) il costo non può essere mantenuto al pari degli altri. Ad ogni modo, così facendo, si eliminerebbe del tutto il problema dell'inflazione e, una volta raggiunta la piena occupazione, con le tasse dei dipendenti (che non si possono sottrarre a tale obbligo), si rientrerebbe in parte del surplus di liquidità emessa e con cui poter salare gli eventuali debiti con l'estero.
Quell'infame di Teresa Bellanova, a differenza di Conte per me non è eccezionale fare nomi e cognomi di chi sbaglia, continua a premere per l'assimilazione degli immigrati clandestini al fine di garantire la continuità della produzione agricola... sempre per la fake news secondo cui gli italiani certi lavori non li vogliono più fare*. Ora aldilà del fatto che, con la situazione economica attuale ed in previsione di quella che verrà, se le aziende agricole non sono in grado di restare aperte ci ritroveremo ad avere 600.000 clandestini che magicamente, divenuti cittadini italiani, se la "svigneranno" verso lidi in grado di offrirgli un lavoro, noi non dobbiamo produrre schiavi. Dobbiamo produrre. Le nostre aziende, ormai, producono quasi tutte all'estero e l'Italia sta diventando un grosso allevamento di consumatori. Man mano che la gente viene lasciata a casa, inevitabilmente, smette di consumare anche se a basso costo cinese (che importa, produce e paga le tasse in Cina).
La favola che viene propinata è che questa, manodopera a basso costo di immigrati clandestini... di pellet, ci pagherà le pensioni, ma è una frottola. Già adesso, che hanno il permesso di soggiorno, possono tranquillamente lavorare al posto degli italiani... come ne è la dimostrazione il fatto che le aziende cinesi, presenti sul territorio, vanno proprio a pescare dal bacino dei clandestini perché sono schiavitù a basso costo.
Ci volete raccontare anche il finale della favola che continuate ad omettere? Bellanova e la sua cricca di sostenitori ci raccontano la favoletta che "questi" fanno il lavoro che noi non vogliamo più fare, ma se le aziende agricole si rivolgono a loro non è per quella miseria di sgravo fiscale offerto dal governo, ma, soprattutto, per il fatto di pagarli una miseria dal momento che vitto, alloggio, conti e spese varie (compresi alberghi a 4 stelle e cellulari) sono sulle spalle degli italiani. Nel momento in cui questi diventeranno cittadini a tutti gli effetti... continueranno a starci sulle croste? Continueranno ad essere mantenuti da noi anche per quanto riguarda l'assistenza sanitaria? O inizieranno finalmente a pagare le tasse, l'affitto, la spesa, le bollette, il vestiario, i cellulari, i ticket ospedalieri, ecc.?
*Nel secondo caso magari anche loro non "vorranno" più fare i lavori che attualmente gli italiani non possono più fare perché con €500 o 600 al mese non si riesce a star dentro alle spese mensili.
Quindi importerete altri pellet clandestinamente li sfrutterere il tempo necessario per farli diventare cittadini e così via finché l'Italia non avrà più italiani che, nel frattempo, saranno morti di fame o per malattie infettive che sto governo non è stato assolutamente in grado di affrontare.
Perché mentre noi oggi si muore di fame, perdiamo il lavoro e non sappiamo come pagarci da mangiare, loro avranno sempre alle spalle i vostri seguaci che, finanziati da multinazionali e affaristifintofilantropisenzascrupoli avranno tutto garantito.
Ne è la dimostrazione il fatto che la nostra sanità e allo sfascio mentre sta gente qui ha sicuramente ottenuto, appena sbarcata, le necessarie cure mediche e nutrizionali necessarie a non essere una categoria a rischio del virus.
Complice di tutto questo anche quei Sindaci che, come Chiara Appendino, ha favorito la comoda sistemazione dei pellet sulle spalle dei cittadini torinesi che ora sono con l'acqua alla gola.

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