14 marzo 2017

Quando la fonte è solo una...

Quando ci si affida ad una sola fonte, e questa è solita dire una marea di cazzate, è facile cadere vittima di inganni. Ovviamente non mi riferisco solo a vaccapedia, ma faccio riferimento a tutti gli organi di informazione "ufficiali". Può benissimo darsi che in tutta la storia dei "portatori di notizie" ci possa essere stato un momento in cui sono stati indipendenti e liberi di riportare i fatti per come erano accaduti, e non per come veniva chiesto di camuffarli. Certamente però dall'epoca in cui il Duce costituì l'ordine dei giornalisti (ordine che esiste tutt'ora, ma fa riferimento ad una legge del 1963), la stampa non è più stata libera, ma decisamente un organo di Stato.
Ora che gli Stati, iniziano a perdere la propria sovranità in toto, e non soltanto monetaria, anche la proprietà dei giornalisti cambia padrone.
Recentemente ho sentito di una polemica nata perché Povia (sì proprio il cantautore de "i piccioni fanno oh" o meglio il titolo sarebbe solo il "piccione") ha girato un video in cui dichiara che il debito pubblico non esiste e che si tratta dell'ennesimo fumo gettato nei nostri occhi.
Solitamente Povia non lo cagherei di striscio, ma dal momento che si scatena una polemica che riguarda uno dei miei ambiti di competenza è giusto che io ci metta il becco (a proposito di piccioni). E' vero che Povia non è un economista quindi le sue opinioni sono meno autorevoli di chi invece a studiato tale materia, ma dal momento che ci sono fior fiori di economisti accreditati che trattano l'argomento (basta comprarne i libri),  non ci vuole una laurea per saper leggere, basta solo un po' di buona volontà e anche il tempo si trova. Il problema vero è che le fonti, a cui molte delle persone che criticano chi sa leggere si affidano, sono le stesse che si bevono le puttanate che sentono in TV o, se proprio sprecano tempo a leggere, si fermano alle poche righe di vaccapedia scritte ad hoc per i beoni. E' chiaro che poi si sentano offesi dal fatto che a far vacillare le proprie (in)certezze sia un cantante.
Ma come detto non ci vuole una laurea per vedere come abbia pagato il restare nella zona euro della Grecia, o di vedere che cosa è successo all'Argentina quando, non riuscendo più a far fronte al debito pubblico, è stata "pignorata" di tutte le sue risorse naturali (acqua inclusa la cui gestione è stata infatti privatizzata) ed una mattina gli argentini si son trovati il conto cprrente vuoto e le banche chiuse... e ancora non è finita, solo che non ce ne parlano più.
Ma d'altronde quando si è convinti che il debito pubblico sia costituito dall'emissione di titoli di Stato (e non che l'emissione di titoli di Stato sia un vano tentativo di far fronte al debito pubblico, di fatto aumentando il debito pubblico), solo perché lo si è letto su vaccapedia, è difficile credere alle parole di chiunque (anche se accreditato). Vado a spiegare questo punto perché è importante. Fino agli anni '70, del '900, uno Stato poteva emettere (stampare e mettere in circolazione) denaro per un massimo consentito dalla riserva aurea in suo possesso, ma ad un certo punto gli economisti (già proprio loro) si sono accorti che in questo modo il proprio potere economico era molto limitato, cioè non facevano abbastanza "schei". Allora hanno siglato un accordo tra FMI, banche e Stati che permettesse di svincolare l'emissione di denaro dai depositi aurei (ormai vuoti, a differenza di quanto sostenuto in muori duro 3), ma mettendo a garanzia le risorse naturali. Lo so che sembra una storia da complottisti, ma per quanto triste purtroppo è vera. fino a quando gli Stati erano sovrani della propria moneta erano in grado di tenere sotto controllo tali emissioni per cui il debito pubblico aumentava comunque perché stampavano denaro in "eccesso", per permettere opere pubbliche che creavano lavoro e servizi, ma tale denaro in parte rientrava con le tasse "pagate" da imprenditori e lavoratori. Ad un certo punto è arrivato l'euro. Lo Stato non è più sovrano della propria moneta, quindi non può più emettere denaro per conto proprio e secondo le proprie esigenze, ma chiede alla BCE di prestargli le banconote che gli servono. Il problema a questo punto è che dal nostro lato siamo anche vincolati dai trattati di Maastricht che ci impediscono di rilanciare appieno la nostra ripresa economica in quei settori in cui siamo primi al mondo, quelli alimentari, della moda, ecc. in più il denaro che la BCE ci presta non è a costo zero, ma è tassato e dobbiamo restituirlo con gli interessi.
Per farla breve, esattamente come dice Povia, all'Italia serve 100 per uscire dalla crisi, l'europa ci presta 70, perché ci paghiamo subito le tasse, ma richiede gli interessi come se ne avessimo avuti 100 (quindi potrebbe essere benissimo 120 o 130) è lo stesso sistema che usano gli strozzini per rovinare la gente, ma questo è legalizzato dagli accordi siglati tra gli Stati membri (inteso come coglioni), La BCE ed il FMI.
Qual'è lo scopo? Della BCE arricchire chi la possiede! Non ha altri scopi... se non forse quello di impoverire gli Stati preparando il terreno per il FMI che sarebbe l'organo "salva Stati in difficoltà", solo che nessuno fa niente per niente e per avere l'aiuto bisogna cedere risorse e o servizi per permettere, a chi ha le mani in pasta, di accumulare ancora ricchezza con cui potrà comprare...  le nostre vite. Tra gli esempi pratici, in Italia, troviamo le ferrovie dello Stato, o ex tali, dal momento che, da quando sono diventate trenitalia, sono state privatizzate, ma a differenza delle altre aziende di trasporti sono state regalate con tutte le infrastrutture ad esse connesse. In tal modo tutte le aziende di trasporti, private, che potrebbero mettersi sul mercato e farne concorrenza (ad esempio Italo), partono con lo svantaggio che comunque devono pagare l'utilizzo delle infrastrutture e (cosa che non succede mai...) in caso di ritardi di trenitalia le corse degli altri finiscono in coda.
Ma come influisce tutto questo sulla nostra vita? Nel caso trenitalia, direttamente, in nessun modo a meno che non siate pendolari (caso non più così raro), ma quando finiremo come l'Argentina e privatizzeranno l'azienda municipale dell'acqua potabile? Non pensiate che sia un'idea così remota, dal momento che l'ipotesi era stata oggetto di un referendum del 2011, ma... "Il Pd è uno dei partiti che appoggiarono il referendum sull’acqua bene comune, l’ultimo a raggiungere il quorum nel 2011. Ieri (20 aprile 2016, in pieno governo Renzi, NDA), però, proprio per iniziativa dei democratici, la gestione del servizio idrico ha fatto un altro passo verso la privatizzazione." e ancora dallo stesso articolo... "Il provvedimento approvato alla Camera, infatti, non reca più la formula che garantiva l’affidamento «in via prioritaria» a società interamente pubbliche. Da un lato l’acqua resta un servizio pubblico locale di interesse economico generale, e viene garantito anche il diritto a un quantitativo minimo vitale di acqua procapite (massimo 50 litri giornalieri, anche in caso di morosità). Dall’altro, per l’affidamento del servizio idrico integrato non è più prioritario rivolgersi a società pubbliche. Il che è una grossa apertura ai privati." Sostanzialmente se allo stato "attuale", ovvero prima che sapessimo di questa modifica, potevamo star certi che, per quanto in difficoltà, l'acqua l'avremmo comunque avuta, ora non è più così. E quando sarà privatizzata e non più un bene pubblico chi impedirà alle aziende di fare il prezzo che vogliono o di chiudere i rubinetti?
Questo è ciò che significa quando ad indebitarsi è uno Stato anziché un privato cittadino. Si è sempre detto, o almeno così ci hanno detto, che l'Italia resta a galla per via dei conti correnti (sostanzialmente siamo un popolo di risparmiatori), ma il fallimento del MPS, la crisi ininterrotta da ormai 10 anni, ecc. succhieranno in fretta i risparmi. Soprattutto se li useremo non per gli extra (macchina nuova, vacanze, ecc) bensì per pagare affitti, bollette, spesa.

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