24 marzo 2017

Padroni in casa propria... ma guai se non affitti a loro!

Quando si pensa all'affermazione "padroni in casa nostra!" la mente vola alle menzogne dei vari partiti, funzionali al sistema, che rappresentano la sfera del centro destra. Ma in senso più stretto ritengo sia diritto, di chi possiede una casa da affittare, decidere chi metterci dentro secondo i propri canoni mentali, ispirazioni... perché no? Pregiudizi. Ci sarà quello che affitta solo alle famiglie bianche, quello che affitterà solo ai pellet (imponendo un affitto da attico a Manhattan, per una stamberga in periferia di Sesto San Giovanni), chi ci butterà dentro solo belle gnocche, chi solo persone senza animali, ecc. Resta comunque una proprietà privata (quindi non un esercizio pubblico a cui tutti possono o devono avere accesso), per cui chi possiede una determinata proprietà, soprattutto di un cero valore come una casa, può, o si sente legittimamente in diritto di, decidere chi mettersi in casa. Può capitare a volte che lo Stato si intrometta nella destinazione che quella determinata proprietà deve avere con l'esproprio, "esproprio temporaneo" delle seconde case per fronteggiare un'emergenza, ecc. partendo dal presupposto che in uno Stato democratico, quindi non comunista, il diritto alla proprietà privata dovrebbe essere sacrosanto, difeso e difendibile con qualsiasi mezzo. Ora non voglio entrare nella diatriba se sia giusto o meno permettere al cittadino "comune" l'acquisto di armi per difesa personale, uso sportivo o venatorio, ma perché ogni minoranza si deve sentire minacciata, denigrata o discriminata?
Mi riferisco alla notizia della coppia di voltaculo (denigrazione) che a Torino si sono visti negare la possibilità di prendere una casa perché, a detta loro, sono froci (discriminazione). Quindi sono corsi a frignare su FB dove 'ste checche isteriche hanno visibilità immediata (mentre i video postati da me non se li incula nessuno). Chiaramente "la Stampa" ha subito gridato "allo scandalo", mostrando lo sdegno che una città come Torino sia ancora retrograda, ecc. peccato che in uno dei tanti video, che vorrebbero gettare benzina sul fuoco, si vedono chiaramente cartelli "affittasi" scritti esclusivamente in "negroide" (o come si direbbe a Milano in "giargianese")... e se per sbaglio un italiano vorrebbe affittare una casa da sta gentaglia cosa dovrebbe fare? Imparare "il negroide"? Il perché certa gentaglia non grida allo scandalo, non dico con la stessa veemenza... ma almeno affermarlo, non me lo domando nemmeno più, tanto sono stanco di dare la stessa risposta allo stesso tipo di domande, ma il dilemma resta lo stesso. Basta che una di queste minoranze (che tanto minoranze incominciano a non essere più) percepisca, nel proprio "vittimismo" (presunto) o furbizia (nell'aver trovato la chiave universale di tutte le facilitazioni), di essere stato discriminato per ragioni lontane della realtà, che l'onda mediatica (o per meglio dire lo "tsunami di merda") faccia da cassa di risonanza alla notizia. Allora una persona "normale" non può più permettersi il lusso di negare niente a queste categorie, diversamente si troverà travolta da aggressioni più o meno verbali e da persecuzioni da parte dei moralisti delle macchinette. Ma allora dov'è questa tanto millantata libertà? Perché gli unici liberi di essere sé stessi o meglio l'esasperazione di sé stessi, sono loro perché tutti gli altri possono solo essere ciò che la società vuole che essi siano. Onestamente io non vedo libertà in questo. In un paese democratico e liberale (come l'Italia vanta di essere) non può essere un codice civile o penale, uno Stato, un'opinione pubblica "auto discriminante" a stabilire cosa si possa o meno dire. Ovvero nel momento in cui io mi sento di esprimere un concetto quale "NEGRI DI MERDA", non mi sta bene che una legge dello Stato mi vieti la libertà di poterlo fare. Potrei accettare il concetto di offesa personale, di aggressione verbale o aggressione fisica, ma non generalizzate e categorizzate, bensì diretti ad un individuo specifico. Diversamente voglio che la stessa legge sia applicata anche in direzione contraria... cioè se è il pellet, il frocio, ecc. (ma anche uno appartenente alla/e mia/e categorie) ad aggredirmi e a discriminarmi. pretendo di poter invocare la discriminazione religiosa, politica, razziale e/o sessuale. Ovviamente non tutti sono dei "frignoni" che si rivolgono ad un giudice ogni volta che una mosca gli volteggia attorno, ma voglio che anche i codardi abbiano la possibilità di difendersi e di invocare la giustizia e la parità.
Naturalmente in tutto questo c'è un progetto di fondo il cui unico scopo è quello di creare ominidi senza religione, patria, razza, gusti sessuali, sessualità... dei gusci vuoti che possano essere, all'occorrenza, riempiti con ciò che Orwell chiamava il "bispensiero". Un termine "per indicare il meccanismo psicologico che consente di credere che tutto possa farsi e disfarsi: la volontà e la capacità di sostenere un'idea e il suo opposto", cioè, come sostenuto recentemente, il disturbo psicologico di cui soffre la Boldrini che riesce a difendere il femminismo e l'islamismo (che ne è l'antitesi)... ciò che chiunque altro chiamerebbe ipocrisia o schizofrenia.

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