29 novembre 2018

Così parlò il Re del Nord

Parafrasando, sperando che l'autore non si offenda troppo, il più famoso (ma meno letto) libri di Nietzsche "Così parlò Zarathustra", con lo scritto di oggi provo a gettare le basi per un ipotetico codice penale in uno Stato di diritto quale dovrebbe essere quello italiano, ma che nella realtà non v'è nulla di più lontano.
Ovviamente non pretendo di essere il Re del Nord, ma è il nome del personaggio che l'autore del fumetto, di cui vi avevo accennato, ha utilizzato. Quindi essendo un Re, ci si aspetta che legiferi e commini condanne appropriate al reato compiuto.
Questo breve preambolo è doveroso per due ragioni, la prima è introdurre un po' il personaggio che, presumibilmente, comparirà nel fumetto (di cui appena avrò un momento di tranquillità mi dedicherò alla sceneggiatura) e l'altro perché incomincio ad essere a corto di titoli continuando a scrivere, purtroppo, sempre sugli stessi temi.
La notizia che mi ha colpito oggi è quella relativa all'ennesimo caso di violenza, nello specifico sessuale, di cui si è reso protagonista un pellet a bordo di quel "far west" che ormai sono diventati i treni lombardi (e, scusate il francese, alla faccia del cazzo che i leghisti sono razzisti). Il caso riguarda "Un tunisino di 32 anni è stato arrestato questa mattina alla stazione Centrale di Milano, con l’accusa di essere uno stupratore seriale. L’immigrato, pluripregiudicato e senza fissa dimora, era uscito da poche settimane dal carcere e in questo periodo ha cercato di compiere tre stupri a bordo di treni sulla tratta Milano-Genova. Ma il sospetto è che possa aver compiuto anche altre violenze." il modus operandi del pellet "L’ultimo episodio è avvenuto un paio di giorni fa, quando una studentessa di vent’anni è stata avvicinata dal tunisino mentre era a bordo di un treno a Genova che con la scusa di chiederle alcune informazioni l’ha aggredita. L’immigrato ha estratto un coltello e glielo ha puntato alla gola. Poi tenta di toglierle i pantaloni, ma l’intervento di alcuni passeggeri evita lo stupro." praticamente un signore...
da quando è uscito dal carcere pare si sia reso protagonista di altre tentate aggressioni sessuali ed essendo stato scarcerato da poco direi che la politica carceraria serve a evitare che il pellet ricada subito in tentazione... secondo "Il capo dei pm genovesi, Francesco Cozzi, ha così commentato l’arresto del tunisino: “Queste persone sono bombe a orologeria. Devono subire trattamenti specifici, di natura psicologica, proprio per evitare che una volta usciti dal carcere possano commettere nuove forme di violenza”. Il tunisino, infatti, aveva da poco scontato una condanna per maltrattamenti e altri episodi di violenza."... ecco questa è interessante... "Devono subire trattamenti specifici, di natura psicologica, proprio per evitare che una volta usciti dal carcere possano commettere nuove forme di violenza"... tradotto dal comunismo alla lingua del Re del Nord... devono essere coccolati e amati affinché sappiano che, una volta usciti, possono tornare a stuprare tutto quello che gli capita a tiro... e insiste "Cossì afferma che “prima di essere rimesso in libertà andava sottoposto a trattamenti psicologici specifici per evitare non solo che ricadesse nel medesimo reato ma ne commettesse anche più gravi”" ecco io a Cossì gli farei stuprare la figlia fino a ridurla in sedia rotelle (come più volte accaduto in Svezia) o renderla sterile per i traumi della violenza subita (psicologici e non) poi vediamo se dopo aver scontato la pena manda gli stupratori dallo psicologo per fare "giurin giurello... non lo faremo più"... oppure se farebbe in modo di rendere la loro detenzione a vita davvero "a vita".
Ad ogni modo se io fossi davvero il Re del Nord e dovessi legiferare sulle condanne da comminare agli stupratori seriali potrei optare per due soluzioni la prima potrebbe essere applicare al detenuto, pellet, applicare la stessa pena prevista dal suo paese di origine e con i metodi dei carcerieri del suo paese di origine (ovvero niente caso Cucchi per i carcerieri degli stupratori seriali), oppure la legge del Re del Nord, ovvero l'italiano sconta la pena finché tutte le sue vittime non superano il trauma della violenza subita (che mi dicono segni per tutta la vita, quindi... è andata così).
Qualcuno potrebbe obbiettare che il "Re del Nord" si è ammorbidito, può darsi in fondo... ragionando... vedendo bene la "cosa" dal punto di vista della vittima... che una condanna a morte, in cui il reo soffre un tempo infinitamente inferiore rispetto al male inferto alla vittima, potrebbe non placare la sete di vendetta... ehm scusate... intendevo dire... soddisfare il senso di giustizia dei familiari.
Quindi, nella mia infinita magnanimità, avrei pensato di tenerlo in carcere fino a quando tutte le sue vittime non superano il trauma, se questa eventualità (dovuta alla straordinaria forza della persona) si verifica entro la naturale durata della vita del condannato, si procede con la condanna a morte per impalamento (con tecnica alla Vlad Tepez in arte Dracula).

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