5 novembre 2018

Molti nemici molto onore... a Trieste odiati da tutti!

Vi risparmierò i dettagli relativi delle tante ore di viaggio, e relativi disagi, per giungere a Trieste ed assistere alla manifestazione di CPI per commemorare il centenario della vittoria nella prima guerra mondiale.
Per avere un idea precisa di cosa significa, di quanto accade, un'idea precisa dei numeri... non si possono leggere solo i giornali (soprattutto quelli che sono di parte e da un lato o dall'altro sono tutti di parte). Il giornale repubblica sostiene che secondo la questura il corteo di Casapound era composto da non più di 2000 persone, secondo Il Primato Nazionale oltre 5000... Io ero nel primo corteo e davanti a me c'erano circa 450 persone ma praticamente ero in testa... mi seguivano il doppio delle persone che mi precedevano (più o meno), nelle svolte lungo il percorso potevo vedere almeno altri due cortei lunghi (più o meno) quanto quello in cui ero io, ma non so se dietro di loro ce ne fossero altri e da quanti membri fossero composti gli altri due. Di sicuro eravamo (visto che c'ero lì) circa 1500 solo nella prima frangia di persone mi fa strano che fossimo solo 2000, ma come ho detto non posso essere sicuro di quante file seguivano me e di quante file erano composte gli altri due cortei.
Ciò premesso sicuramente va fatta notare la tirata d'orecchie apparsa su diversi portali, compreso quello di repubblica, il messaggero, ecc. a chi ha permesso la contemporaneità del corteo di Casapound e degli antifascisti (che secondo repubblica accoglieva 5000 persone "In città quasi duemila militanti di estrema destra. Cinquemila, secondo la questura, alla mobilitazione di Trieste antifascista, Anpi, Cgil e Non una di meno. Momenti di tensione in mattinata.") evidentemente repubblica non ha il senso della misura, ma quello del sensazionalismo sì. Infatti le "tensioni" avute in mattinata sono state provocate dagli antifascisti che, come al solito, non si accontentano di aver ottenuto (all'ultimo minuto) il permesso di "rompere i coglioni" ai pochi che vogliono celebrare ciò che lo Stato vuol dimenticare... ma volevano impedire all'unica forza politica del paese, che si ricorda che il 4 novembre è sia la festa delle forze armate sia quella della Vittoria  Italiana nella prima guerra mondiale.
Nello stesso articolo per, miracolosa, onestà intellettuale viene specificato che la tensione si è verificato tra alcuni "cani" sciolti della frangia antifascista e le forze dell'ordine "Giovani antifascisti si sono incatenati alla ringhiera che circonda la statua di Giuseppe Verdi, in piazza San Giovanni, al grido di "da qua non passeranno i fascisti". Alcuni sono stati subito portati via con la forza dalla polizia e dai carabinieri.", ma tanto per non essere troppo onesti, perché a raccontare la verità si rischia di far nascere simpatie verso il nemico, secondo gli imbratta carta della repubblica il corteo si è mosso sulle note del brano "La Cavalcata delle Valchirie" dall'opera "La Valchiria" di Richard Wagner, in questo modo gli pseudo intellettuali che sono a conoscenza del fatto che la Tetralogia di Wagner, a cui "La Valchiria" appartiene era tra le opere preferite di Hitler e del suo seguito. Anche in questo caso la realtà è un po' diversa, infatti alla partenza vera e propria del corteo dalla testa del corteo giungevano le note de "La Primavera" di Vivaldi che, essendo morto a Vienna nel 1741, non era abbastanza Nazionalsocialista per i giornalai della stampa italiana. Per onestà intellettuale (mia) va fatto presente che il corteo è stato silenzioso eccezion fatta lo scambio di commenti personali tra i partecipanti e i brani di musica classica diffusa dagli altoparlanti in testa alla lunga colonna che comprendeva i già citati brani di Vivaldi e di Wagner (che è stata trasmessa in attesa della partenza e a metà percorso circa come tutti gli altri brani che è stato possibile ascoltare in ordine casuale durante tutta la giornata), la sinfonia n. 40 in Re minore (KV 550) di Mozart, , l'overture de "la gazza ladra" e de "il barbiere di Siviglia" e l'overture del "Guglielmo Tell" di Rossini, Il "Va Pensiero" ed altri brani tratti dal Nabucco, insieme all'Aida di Verdi, ecc.
Qualcuno potrebbe sostenere che la presenza di Mattarella nel capoluogo Veneto-Giuliano è indice che non tutte le forze politiche esterne a CPI si sono dimenticati dell'evento... ne parliamo dopo nel dettaglio, ma non è così.
Resta il fatto che, anche qualora i numeri di repubblica fossero esatti e quelli da me suggeriti (e più o meno sostenuti da Il Primato Nazionale) completamente errati, CPI da sola avrebbe mosso 2000 persone da tutta Italia mentre gli antifascisti triestini, più le associazioni sopracitate avrebbero mosso poco più di un migliaio di persone ciascuno... tanto per dare dei dettagli di quanto sia sentito l'antifascimo in un giorno di ponte lungo di novembre.
Insomma per quel che mi riguarda Trieste non è stata messa a ferro e fuoco dalla barbarica ferocia "nazi-fascista", eccezion fatta per qualche fumogeno, dal corteo non si sono elevati slogan, cori, ululati o cariche ai troppi pellet che si ammassavano al lato del corteo non so se per curiosità, simpatia nei confronti delle tartarughe frecciate o nella speranza di provocare e scatenare una caccia allo straniero, ma purtroppo per giornali e compagni l'obbiettivo era un altro portare, ad una popolazione che durante le due guerre ha sacrificato tanto per essere Italiana, il conforto di coloro che si definiscono patrioti e che non dimenticano il significato della parola Italia né di quella Italiani.
Oltre ai brani citati la manifestazione si conclusa con l'omaggio doveroso all'Inno di Mameli, conservato per il dopo discorso (non comizio come detto sui giornali) del segretario Simone Di Stefano su cui molti asini (non il segretario di CPI, ma me incluso per disabitudine) cadiamo nel trovarci costretti a cantare la mai suonata seconda strofa... tanto per la cronaca alle elementari la maestra mi fece imparare a bacchettate sulle dita tutte e 5 le strofe che comporrebbero il poema "Canto degli Italiani" di Mameli, adottato in via provvisoria nel 1946 e diventato ufficialmente l'inno d'Italia nel 2017 (con comodo) dopo 71 anni di provvisorietà...
Il fatto che il nostro inno nazionale è stato per 71 anni provvisorio la dice lunga su quanto la classe politica, che si è succeduta dal dopo guerra ad oggi, tiene a questa nazione. Forse non tutti digeriscono la terza strofa del poema di Mameli in cui viene citato apertamente l'aiuto di dio o forse è il richiamo all'unità nazionale a dar fastidio...
"Uniamoci, amiamoci;
L'unione e l'amore
Rivelano ai popoli
Le vie del Signore. 
Giuriamo far libero 
Il suolo natio:
Uniti, per Dio,
Chi vincer ci può?"
Resta il fatto che, come ho fatto presente al mio vicino di fila durante la sua esecuzione, il "va Pensiero" è stato per lungo tempo in ballottaggio con il "Canto degli Italiani" per essere adottato come inno Nazionale e la proposta della lega non era assolutamente anticostituzionale o secessionista (dal momento che all'epoca dei fatti, come detto pocanzi) il nostro era ancora provvisorio.
Dicevo che Mattarella ha mostrato ai triestini quanto fosse importante per lui le celebrazioni del centenario, infatti dopo aver fatto sfilare i fanti, nella storica divisa della prima guerra mondiale, ha riportato le divise (seppur di pochi ufficiali in un plotone di rappresentanze straniere) austriache a Trieste. Diciamo che se Mattarella non avesse inteso celebrare solo la festa delle forze armate, una simile rappresentanza l'avrebbe conservata per il prossimo anno e, certamente, non avrebbe fatto sfilare un reparto femminile dell'aeronautica militare che non esisteva allora e l'esercito era composto esclusivamente da uomini.
Dopo il breve (almeno quanto è stato trasmesso dalla Rai) passaggio delle frecce tricolori che hanno coperto il finale dell'inno nazionale (non so per premeditazione o per casualità) nel momento in cui il popolo risponde "Sì" alla chiamata della patria. inno eseguito da 3 tenori della cui prestazione, francamente, si poteva fare anche a meno, non certo per le doti canore degli interpreti, ma dal momento che noi non siamo come gli americani che devono "spettacolarizzare" tutto... almeno ai "3 tenores", a differenza di Janet Jackson durante l'inno nazionale americano nell'intervallo del superbowl, non si è slacciata la spallina del doppio petto quindi hanno concluso l'esecuzione dell'inno nazionale (seppur col modo plateale tipico della lirica) ancora vestiti.
Dalle altre forze politiche nessun cenno in nessuna città italiana.
Nessuna marcia, nessuna "festa", nessuna celebrazione, nessun comunicato stampa, né dal governo né dalle altre istituzioni, né di destra, né di centro, né, figuriamoci, di sinistra un silenzio tombale che fa eco solo alle menzogne (perché in questo caso non si può parla di polemiche) che sono state dette nelle settimane precedenti il corteo di Casapound. Infatti è stato detto che le tartarughine si sono presentate a Trieste per fare campagna elettorale (non credo in vista delle europee vista l'avversione del movimento all'U(B)E) o per sollevare ancora il tema del fascismo (che con la prima guerra mondiale non c'entra un cazzo)... ma la domanda è: "se CPI ha fatto questo per propaganda politica... Perché degli altri non lo ha fatto nessuno?", cioè nessuno ci ha pensato di fare un corteo in onore dei caduti e della Vittoria nella Grande Guerra o a nessuno (ad eccezione delle tartarughe frecciate) fregava un cazzo di quest'anniversario?
Tanto per dare una ragione al titolo dell'articolo oltre alla solita marmaglia antifascista (che vorrebbe cancellare anche il discorso patriottico di Peppone nel film di don Camillo) contro il corteo di Casapound si sono scagliate tutte le religioni presenti in Italia e a Trieste. Dall'Imam islamico, passando per il rabbino capo della comunità ebraica, fino all'arcivescovo cattolico perché, per citare Gianluca Iannone, "a quanto pare il diavolo è con noi!"... così quelli che volevano un riferimento a Hitler sono accontentati.
In ogni caso da Italiano,a festeggiare la Vittoria e onorare i caduti, io c'ero... che gli altri si godano ancora una volta l'umiliazione del 25 aprile, delle onorificenze ai crimini partigiani e le celebrazioni di una guerra civile e della sconfitta d'Italia a favore dell'italia delle banche e dei traditori.

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