10 gennaio 2017

Il signore degli Anelli... la pasta asciutta.

Ammetto che è passato molto tempo da quando ho letto "Il Signore degli Anelli", quindi il confronto tra il libro ed il film potrebbe risultare (a tratti) non perfettamente coerente, ma sicuramente lo è molto di più di quelli che non hanno neanche letto il libro e si limitano a riportare stralci di qualcuno che riporta stralci presi presi da qualcun altro che fa la sintesi di chi ha letto il libro.

Intanto se non si trattasse di una trilogia andrebbe quasi sicuramente nei film consigliati, a differenza di altre cagate partorite da Peter Jackson (vedi King Kong). Leggendo in giro i sopraccitati bloggers che dicono "minchia, ma quanto è stato tagliato il signore degli anelli?" In effetti, dai miei ricordi, direi davvero molto poco. Nel senso che ovviamente trattandosi di un libro di oltre 1500 pagine, difficilmente si riesce a concentrare il tutto in 9 ore (della prima versione) o nelle quasi 12 (nelle varie extended version), però è anche vero che il libro è molto descrittivo. Ovvero la scena in cui la compagnia arriva agli Argonath, discendendo l'Aundin, Tolkien è costretto a descriverla in numerose pagine per rendere al lettore l'idea che Jackson può semplicemente mostrare. Dal punto di vista della storia ovviamente qualcosa deve essere lasciato indietro perché Tolkien fa muovere i suoi personaggi non in un mondo deserto o circoscritto, ma in un mondo assolutamente popolato dove ognuno fa la propria vita, segue il proprio destino che in alcuni casi si incrocia con quello della compagnia, in altri è parallelo, in altri ancora li porta in direzioni completamente diverse. Per cui per il regista sarebbe difficile seguire il destino di tutti come ad esempio i modi con cui Sauron porta avanti i suoi piani, non ricordo che stesse lì "man in sacocia" ad aspettare che i suoi piani vengano rovinati, ma Jackson si deve, necessariamente, concentrare sull'Anello, sui buoni. Cose che non sono obbligatorie per Tolkien. Ecco se proprio volessimo imputare qualcosa a Peter Jackson è il fatto di aver seguito troppo il cliché che l'unica storia che vale la pena di seguire è quella dei buoni, mentre Tolkien gli dava una possibilità in più.
Sicuramente mancano un po' le magie di Gandalf, probabilmente aveva finito tutti i soldi per creare i pupazzoni giganti di orchi e troll, però qualche magia in più non avrebbe guastato... anche perché fa più magie 'Ermignottone Granger' tutte le volte ripara gli occhiali a 'Harry Squatter'.

Per il resto, come ho già detto, reputo l'intera trilogia meritevole di essere guardata, sia per i lettori del libro che magari vogliono dare un volto, un suono e dei colori ai personaggi che hanno imparato a conoscere, ai luoghi che hanno visitato nella propria mente. Sia per quei pigri che quando hanno visto il mattone del volume unico de "Il Signore degli Anelli" hanno pensato: "col cazzo che mi leggo sto robo... c'ha manco le figure!".

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