31 gennaio 2017

La sostituzione continua...

A quanto pare l'elenco dei lavori che gli italiani non vogliono più fare continua ad allungarsi. Già perché per decenni hanno giustificato l'invasione degli "extranegri", per citare una vecchia battuta di Paolo Cevoli (ai tempi in cui interpretava il ruolo di assessore), con il fatto che in determinati settori gli italiani non volessero più lavorare. Certi incarichi non li vogliamo più fare e quindi tocca agli stranieri prendere il nostro posto così che la nostra economia possa marciare. Se dovessimo fare 2+2 da quando è iniziata l'invasione (di cui gli ultimi 3 anni sono la versione aggravata) la nostra economia è crollata, si è attestata ad un punto talmente basso che il telegiornale ha dato l'allarme per la deflazione del costo della vita, ovvero si sono preoccupati del fatto che invece di continuare a crescere l'inflazione (a discapito dei cittadini e a favore delle banche, sì sempre loro, qualche problema?) è diminuita e quando piazza affari guadagna 1 punto (percentuale), normalmente non è sufficiente a recuperare i 14 persi il giorno prima. Ma tornando a noi... stando ad un politico (di centro destra ma che si spacciava per fascista) di una cittadina in provincia di Alessandria, qualche anno fa i lavori che gli italiani non intendevano più fare erano l'operaio e l'infermiera, sorvoliamo sul fatto che all'epoca di questo incontro di cui sto parlando un mio carissimo amico  (anche se lui probabilmente rifiuterebbe un simile grado di conoscenza) era un operaio metalmeccanico e sua madre era infermiera. Ma oggi quali sono i lavori che gli italiani non vogliono più fare? A parte i soliti fannulloni che campano con finte pensioni di invalidità, i vitalizi d'oro (dei politici) e i baby pensionamenti di qualche tempo fa, credo che pur di sfamare la propria famiglia o anche solo per guadagnare qualche soldo, chiunque farebbe qualunque cosa (spero almeno entro i limiti della legalità e della decenza), eppure a quanto risulta almeno dalle iniziative della città di Catania, che si fa portavoce di un progetto finanziato da Microsoft Philanthropies, gli italiani non vogliono più fare i programmatori. Già! Non bastano 300.000 ingegneri informatici sfornati ogni anno dall'India e che da qualche cazzo di parte dovranno pur andare a lavorare, ora insegniamo a programmare anche a immigrati e rifugiati. E degli oltre 3.000.000 di italiani disoccupati, di cui oltre il 40% è in età compresa tra i 15-25 anni cosa ne facciamo? Gli neghiamo lo status di cittadini (come, si suppone, fece Hitler per abbattere la disoccupazione, secondo certi economisti)? O per risparmiare tempo e fatica li uccidiamo direttamente magari addebitando il costo del proiettile alla famiglia così da far ripartire (almeno in parte) l'industria bellica italiana? Potremmo sempre minare i campi da calcio delle periferie, magari ne cadranno vittime alcuni pellet, ma nel mucchio si sa... può capitare.
Comunque la bella pensata non è solo della città di Catania (che si è offerta, è stata prescelta, gli è stato ordinato di essere il pilota di questo indegno progetto), ma oltre alla già citata Microsoft compare una certa Fondazione Mondo Digitale... ma chi cazzo sono? Basta svolgere una piccola indagine su internet per scoprire nulla! Fanno un sacco di cose dal 2001, ma sul chi sono...
dichiarano di avere questa struttura interna:
  • presidente
  • consiglio di amministrazione
  • direttore generale
  • direttore scientifico
  • comitato di vigilanza
  • assemblea dei soci fondatori
  • collegio dei partecipanti
  • comitato scientifico
Ma quali nomi si nascondano dietro a queste cariche non si evince neanche dalla sezione "amministrazione trasparente" per cui non esistono persone con incarichi dirigenziali... ma presidente, CdA, direttore generale e quello scientifico cosa sono se non sono dirigenti?

Vabbé un altro gruppo di mafiosi no profit che riciclano il denaro sporco dei proventi di appalti truccati, droga, prostituzione, tratta di animali "migranti" o "risorse", ecc.

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