13 gennaio 2017

Lo hobbit... il brodo allungato.

Se ho invocato un plauso per esser riuscito, in modo piuttosto convincente, a condensare 1500 in 9/12 ore di film per "Il Signore degli Anelli" lo stesso non posso certo fare per "Lo Hobbit" dove poche centinaia di pagine (circa 300) sono diventate nuovamente una trilogia da oltre 9 ore di film. Per compiere questa operazione commerciale Peter Jackson è andato a raschiare il barile de, se non ricordo male, "I Racconti Incompiuti".
Essendo praticamente la fotocopia (a livello di location, attori, effetti più o meno speciali) de "Il Signore degli Anelli" i tre film de "Lo Hobbit" sono piacevoli da guardare, ma resta in bocca quel retrogusto amaro di operazione commerciale appunto.
Come al solito Gandalf non fa magie manco per sbaglio e quando si sbaglia a lanciare qualche incantesimo fa la solita figura di palta. Davvero! Dai film di Jackson risulta il mago più scabroso della storia... a confronto è più credibile Nicholas Cage ne "L'Apprendista Stregone", anzi persino Radagast (che nel film è rappresentato come uno svitato, non conoscendo e, tantomeno, sforzandosi minimamente di capire il concetto di druido), quando opera una magia gli riesce a tal punto da scacciare i ragnacci che gli assediano casa salvando, così, la vita ad un riccio (che subito dopo è stato sbranato dalla Belva che, alla grigliata di vegano, non era riuscita ad assaltare la gabbia del coniglio e quindi le era rimasto un po' di appetito).
Nella trilogia de "Lo Hobbit" viene appunto data enfasi a tutti questi personaggi, vengono introdotte, o seguite, storie parallele che nel racconto non vengono nemmeno menzionate. Mentre sono state completamente ignorati e ignorate ne "Il Signore degli Anelli". Come ad esempio il fatto che fu proprio Radagast ad attirare Gandalf a Isengard facendogli così smascherare il tradimento di Saruman.
Quindi nonostante il film risulti naturalmente bello per il fatto di aver utilizzato le stesse tecniche della prima trilogia, dove si poteva condire un po' di più aggiungendo o approfondendo quelle storie secondarie ritenute marginali (ma comunque presenti nel manoscritto), risulta una brodaglia allungata con particolari che nel libro, molto lineare e fruibile (dal momento che Tolkien aveva pensato allo Hobbit come libro per bambini), non sono nemmeno accennati.
Quindi in buona sostanza... Mi spiace Peter... ma non riesco proprio a digerire sta brodaglia tratta da un libro che ho amato e che mi ha fatto innamorare delle ambientazioni "Fantasy" prima ancora de "Il Signore degli Anelli" che ho letto da "grandicello".

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