16 agosto 2017

Motel Woodstock... consigliato o censurabile?

In attesa che mi venga recapitata la denuncia per gli insulti a quella baldracca, inutile e filo-pellet della Boldrini (fosse morta quando glielo ho augurato).
Continuiamo con la rassegna cinematografica all'insegna dell'inutile.
Il film di oggi è "Motel Woodstock" del 2009 tratto dal romanzo autobiografico Elliot Tiber (non affannatevi a cercare sul web... lui e la sua famiglia sono una manica di giudei).
Ovviamente sorvolerò (o accennerò solo se costretto) sul parallelismo con il documentario del concerto di Woodstock di cui il protagonista si dichiara fautore.
Il film apre con uno sventurato avventore del motel "el Monaco" di White Lake (nello stato di New York) che si lamenta con la proprietaria che la camera in cui è stato alloggiato (5 minuti dopo l'arrivo nella struttura) aveva la porta aperta in quanto la chiave che gli era stata fornita non apriva la porta, mancavano gli asciugamani e sul cuscino erano presenti evidenti tracce della precedente occupazione (un capello sul cuscino). La proprietaria (la madre giudea del protagonista) mostra due cartelli al malcapitato. Il primo recita "solo contanti" e più in basso "nessun rimborso", il secondo "per asciugamani e sapone $1". Le proteste del poveraccio vengono bruscamente interrotte dall'arrivo del figlio (il protagonista di questa storia) in quanto devono recarsi in banca.
La scena successiva vede la "bella" famigliola, padre, madre e figlio (manca la sorella che farà una "comparsata" dopo questa scena), a colloquio con il direttore della banca.
Premettendo che da sta gente non mi aspetto certo una fedeltà storica nei deliri paranoidi di persecuzione, ma, dal momento che vengono chiamati come testimoni oculari in determinati processi, mi aspetto almeno un po' di coerenza.
Quando il direttore spiega che il loro mutuo è scaduto (nei film USA fanno ricorso a questo termine per indicare la scadenza della rata o il termine ultimo per saldare l'importo rimanente) scatta uno dei deliri di cui sopra... (ora non ricordo l'esatta sequenza del monologo di costei, ma i riferimenti erano piuttosto espliciti) "io sono scappata a piedi attraverso la Siberia, sono scappata dallo Zar e dai pogrom con in tasca solo alcune patate, per giungere qui nella terra della libertà, ma voi non aspettavate altro che il momento per riaprire il Gas!" (Eh?!? n.d.a.).
Analizziamo la frase... questa è scappata attraverso la Siberia per arrivare negli States (quindi mi sento di affermare che vivesse in Russia, visto il chiaro riferimento allo Zar e i pogrom), è scappata alle persecuzioni dello Zar durante i pogrom (l'ultimo verificatosi sempre in Russia nel 1921, 4 anni dopo l'inizio del governo "bolscevico") ed è arrivata negli Stati Uniti... Cosa c'entrano gli U.S.A. con le gasazioni naziste? Seconda domanda t'hanno perseguitata i sovietici e tiri in ballo i tedeschi... cos'è empatia di stirpe o in quanto ebrea ti fai carico di tutte le "persecuzioni" che il tuo popolo ha patito?
La parte divertente è che grazie alle suppliche del figlio Voltaculo o quanto meno biadesivo (visti i comportamenti che terrà successivamente durante il festival) il direttore concede ancora del tempo alla famiglia per saldare il debito (provate voi ad andare in banca nell'impossibilità di pagare una rata del mutuo facendo esplicito riferimento ai maltrattamenti subiti dagli italiani nelle miniere belghe o nei cantieri tedeschi, chissà se vi prorogano il pagamento o se vi portano via anche le mutande mentre siete ancora in filiale), ma si scoprirà, in seguito, che mentre il figlio rischiava di perdere tutti i risparmi investiti nel motel per salvare la madre dal fallimento... la giudea teneva nascosti sotto una mattonella $97.000. 
Il film prosegue inutilmente tra le finte proteste della cittadinanza (che ufficialmente si lamentano dell'arrivo degli Hippie, mentre ci si arricchiscono), minacce della mafia più o meno locale e l'arrivo dei primi ospiti del festival. Ovvero voltaculo, pellet, meticciato di vario genere, travoni, pentiti, drogati, ecc. per non farsi mancare nulla durante le proteste "ufficiali" compare anche una svastica con tanto di minaccia di morte agli ebrei.
Questa parte "divertente" in cui vengono messi in mostra i cliché sugli ebrei meritano il film, ma francamente i 125 minuti (diluiti dalle interruzioni pubblicitarie di "Cielo", il canale in chiaro di "Sky") non meritano la vostra attenzione. Inoltre il film mostra inserti (più o meno) originali del documentario su Woodstock, non so se per il basso costo del film o per il fatto che effettivamente il protagonista non è riuscito mai ad andare al festival, durante le esibizioni, nessuno spezzone riguarda gli artisti che hanno partecipato ai "3" giorni di Woodstock.

Film consigliato... se proprio ci tenete, ma francamente a parte il siparietto sui pogrom e relativa scoperta del bottino "sepolto"... francamente è meglio guardarsi il documentario ufficiale in cui almeno, se vi piace la musica di quel periodo, avete la possibilità di gustarvi qualche esibizione di buon livello artistico.

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