16 ottobre 2017

Ferdinando I e i filofrancesi.

Come spesso accadeva, nei secoli precedenti, il popolo spesso non sapeva cosa comportasse sostituire un sovrano con un altro. Ci si affidava alle parole di persone intellettuali che spesso, per realizzare il proprio tornaconto, aizzavano il popolo contro il Re.
Non fa eccezione la storia del regno di Napoli (divenuto poi regno delle due Sicilie) in cui a regnare era Ferdinando I di Borbone.
Re Ferdinando I salì al trono a soli 8 anni a causa della partenza del padre, Carlo III di Spagna, e del fratello maggiore (non primogenito in quanto, il primogenito fu dichiarato demente). Essendo minorenne fu istituito un consiglio di reggenza che governò fino al 1767 (al raggiungimento della maggiore età di Ferdinando).
A Ferdinando I Re delle due Sicilie (noto anche come Ferdinando IV Re di Napoli e Ferdinando III Re di Sicilia) va attribuito il merito (anche se gli storici di vaccapedia attribuiscono la scelta alla moglie Maria Carolina D'Asburgo, sorella di Maria Antonietta) di aver nominato John Acton segretario di Stato il quale, in breve tempo, amplia la flotta acquistando navi, ma anche fondando il prestigioso cantiere navale di Castellammare di Stabbia. Inoltre inviò diversi guardiamarina e ufficiali a prestare servizio sulle navi delle principali potenze marittime europee. Oltre alla marina si concentrò a migliorare anche il livello delle truppe terrestri fondando la "Reale Accademia Militare della Nunziatella" ad oggi una delle più antiche al mondo.
Ma il popolo come visse queste opere grandiose? Direi che, come sempre, finché al popolo non vengono messe nell'orecchio pulci strane... se ne fottono. Il problema sono quelli che devono per forza rompere i coglioni.
Così gli illuministi (o illuminati che dir si voglia), instillano nel popolo partenopeo l'idea malsana della libertà (perché? fa schifo la libertà? Assolutamente no! Ma cosa è cambiato per i napoletani?)...
Potrei passare giornate a intere a cercare su internet fonti attendibili (ovvero giacobine) che esprimono un parere favorevole della "rivoluzione" che ha travolto Napoli per ben 2 volte a favore della repubblica francese... ma direi che le risposte "migliori" arrivano da due film usciti a distanza di dieci anni uno dall'altro il primo "Ferdinando I° re di Napoli", commedia del 1959 che oltre ad un cast stellare (per l'epoca) non offre alcun dato storico di rilievo, il secondo è "Nell'anno del Signore", un film drammatico del 1969 che anche in questo caso offre al pubblico un cast stellare e poco più.
Ma se nel primo caso il film con Peppino ed Eduardo De Filippo, Renato Rascel, Nino Taranto, Vittorio De Sica, Aldo Fabrizi, Rosanna Schiaffino, Marcello Mastroianni e Armando Curcio... (Armando Curcio?!? Sì che oltre ad essere un editore, tra i più famosi d'Italia fu anche un commediografo, ma commediografo "oh cialtroni di vaccapedia" non è sinonimo di commediante, non vi confonderete mica con il figlio di Armando, ovvero Dino Curcio, che invece era un attore?)... è palesemente una commedia quindi se danno informazioni false si sa che è per far ridere. Nel secondo caso il film che propone Nino Manfredi, Enrico Maria Salerno, Claudia Cardinale, Robert Hossein, Renaud Verley, Alberto Sordi, Stelvio Rosi, Ugo Tognazzi e Pippo Franco, si presenta come film drammatico/storico che, seppur in modo leggero, presenta fatti seri.
Se nel primo caso la "storia" è vista dal punto di vista dei napoletani, che barattano il "terribile" Re Ferdinando per il "gioviale" Imperatore Napoleone Bonaparte, che gioiscono con mortaretti e festoni la fine del regno e l'istituzione della repubblica. Nel secondo caso invece la storia parla dei rivoluzionari romani, due in particolare, a cui la bella Claudia Cardinale proporrà di fuggire con lei a Napoli, rinunciando così alla lotta (e alla morte tramite decapitazione) contro il papato... ed essi rispondono: "a Napoli c'è Re Ferdinando che è anche peggiore del Papa!".
Sostanzialmente è vero che un maiale, anche se lo chiami con altro nome sempre maiale rimane, ma allo stesso tempo un regno lo si può chiamare repubblica, ma sempre un regno rimane. Di fatto hanno sostituito il Regno di Napoli con la Repubblica Napoletana, ma a governare invece di un re c'era un imperatore (autoproclamatosi tale dopo le vittorie nelle campagne europee, che ha scatenato dopo la rivoluzione francese). Di fatto cosa è cambiato per i napoletani nulla di fatti, nell'arco di 60 anni travagliati con  l'alternanza tra regni e repubbliche, si ritrovano a far parte del Regno d'Italia voluto dai Savoia con la spedizione dei Mille, la cui azione fu agevolata dai carbonari siciliani e napoletani.
Forse dopo questa svolta si sono pentiti di aver cacciato i Borboni o forse alla fine gli è stato bene così... resta il fatto che negli anni 50/60, in odore di rivoluzione, ecco che si rispolveravano vecchi esempi (taroccati) a dimostrazione che la rivoluzione non è un male.

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