3 ottobre 2017

L'eccellente mediocrità 2... lo scontro finale!

Giustamente, nelle discussioni post pubblicazioni, mi è stato fatto notare che, di un argomento così vasto, non ho che scalfito (forse) la superficie. Ho fatto notare che in un'ora, abbondante (dal momento che rubacchio sempre qualcosina alla pausa pranzo) è impossibile sviscerare un simile mostro in tutti i suoi aspetti.
Lo scontro finale vi da la sicurezza che con questo articolo non darò vita ad un ciclo di chemioterapia per estirpare il cancro dell'eccellente mediocrità? Allora o non mi leggete o la vostra memoria è peggiore persino della mia... perché vi dimenticate "Alien: lo scontro finale" al quale seguirono innumerevoli altri scontri ed un improbabile sequel italiano "alien 2" con la regia di Ciro Ippolito... esatto! Proprio il regista di Arrapaho degli Squallor (gruppo demenziale e irriverente afro-campano-cubano in circolazione tra la fine degli anni '60 ed i primi anni '90... discograficamente dal '71 al '94).
Bando alle ciance, intanto ho un po' raddrizzato l'articolo di ieri che (per essere andato fuori orario) non potuto rileggere per cui mi scuso per gli strafalcioni incluso "l'hanno" invece di "l'anno"...
Ovviamente la mediocrità non riguarda solo lo sport e lo spettacolo, ma è un livellamento mortificante che colpisce indistintamente tutti gli ambiti della sfera umana, sia essa reale  oppure onirica. Le aziende, i media ed ogni altro veicolo di propaganda non sono degli stolti e sanno perfettamente che non tutti possono aspirare alla mediocre "grandezza" di cui ci propinano i modelli, non tutti potranno avere il Porsche cayenne o il BMW X(qualcosa), eletti a status symbol di eccellente mediocrità da un eccellenza di mediocri e allora anche nella sfera emotiva veniamo bombardati (per ora nel limite del possibile) da messaggi che intendono mostrare quanto sia "grande" la banalità in un mondo in cui persino la Nissan Micra (seppur perfettamente funzionante) diventa qualcosa di straordinario. In quanto se l'uomo medio (ma la donna non è da meno) viene appagato con il raggiungimento di un traguardo mediocre (essere uscito da un pantano di sterco e acqua putrida) spacciato per impresa titanica non avrà alcuno stimolo nel pretendere quello che, come li definisce Natalino Balasso, i "magnaschei" possiedono. Così con la scusa de "l'erba del vicino è sempre più verde" ci portano a desiderare, ad ogni costo, tutto ciò che non ci serve purché ci faccia rimanere in una cerchia esclusiva di miliardi di persone. Ma per ottenere questo c'è bisogno di mortificare, umiliare, denigrare, distruggere persino chiunque e qualunque cosa siamo superiore alla media.
Così se vai bene a scuola sei un secchione, un "nerd", un topo di biblioteca. Se sei bravo nel tuo lavoro sei un leccaculo, il cocco del capo o della maestria. Se usi dire: "nel caso 'arrivino' i pellet..." anziché "nel caso 'arrivano' i pellet..." ti sei mangiato "vaccapedia" certamente il problema non può essere che mentre distruggevano la nostra lingua i pellet sono arrivati e si sono accomodati sul nostro divano violentando tutti gli esseri viventi che v'hanno trovato... e dopo aver ridotto l'italiano ad un'accozzaglia di suoni informi, per adeguarlo al livello del belare delle capre, ti senti anche rimproverare: "parlassi tu la loro lingua come loro parlano l'italiano..." parlassi come loro probabilmente non ci capirebbero un cazzo, ma non per questo rinunciano alla corretta articolazione delle uniche due vocali del loro alfabeto quasi sempre seguita da un' unica consonante sorda (uh uh? ah ah! UH! AH-AH! UH-UH-UH! AH! ehhh? ma che accento di merda!).
Come dicevo in tutti gli ambiti si è verificato e tutt'ora si verifica un appiattimento anche in ambito lavorativo non si tende a prendere d'esempio chi, pur non avendo peculiari capacità, tenta di compensare a questa mancanza con la determinazione nel migliorare e la dedizione nel rispetto delle regole, si cerca piuttosto ogni scappatoia per fare il meno possibile e, nel momento dell'errore, di scaricare la propria responsabilità sugli altri individui.
Volendo, a tutti i costi e con immane fatica, trovare un merito nel job act di Renzi (se usato in maniera appropriata) si poteva segnalare i contratti a progetto. Aspettate prima di saltarmi alla gola ho detto se usato appropriatamente cosa che non è minimamente avvenuta.
Non so nelle intenzioni di quel pagliaccio, ma sicuramente aveva un potenziale immane quel tipo di progetto in grado di premiare davvero la genialità degli individui. Ovviamente la grande livella della mediocrità ha colpito anche in tal senso ed stato colto l'attimo per distruggerne ogni possibile lampo di genio e reintrodurre la schiavitù. Provate ad immaginare un falegname, un artigiano, un manovale, un programmatore, chiunque insomma possa essere chiamato nel creare un qualcosa entro una certa data. Una qualsiasi azienda se non ha a disposizione la persona (perché chiamarmi risorsa mi fa schifo) deve assumerne una apposta per portare a termine quel progetto. Questo tipo di contratto serviva proprio per questi casi, in cui l'azienda, non sapendo se alla consegna avrebbe avuto ancora lavoro per una persona in più, poteva metterla sotto contratto per un lavoro specifico della durata di tot tempo e quindi liberarla a fine mandato. Certo il dipendente avrebbe lavorato solo per un paio di mesi... probabilmente meno ed è proprio questo il punto perché un contratto a progetto usato bene sanciva che la persona avrebbe dovuto portare a termine quel progetto entro la data prestabilita e che per portarlo a termine sarebbe stato pagato tot. A questo punto che la persona ci avesse impiegato 2 giorni o due mesi era ininfluente al fine del pagamento purché la consegna fosse effettuata nei termini previsti. La persona non avrebbe avuto nemmeno l'obbligo di presenziare in ufficio o in falegnameria o comunque sul posto di lavoro se avesse avuto tutti gli strumenti e gli venissero forniti tutti i materiali al fine di consegnare tutto correttamente. Mentre questa opportunità è stata distrutta dall'uso improprio di un contratto tale per cui non avevi diritto alla mutua, non avevi diritto alle ferie, non avevi liquidazione (ovviamente) e altri diritti perché potevi restare a casa quando volevi... ovviamente senza essere pagato. Questo purtroppo non è solo frutto dell'incapacità della classe dirigente (che è solo salita su un gradino più alta della scala per il pollaio (corta e lastricata di...) ma soprattutto della tendenza a livellarsi sempre verso il basso. I nostri prodotti sono qualitativamente i migliori? Allora perché li produciamo in Cina? Perché costano meno e li possiamo vendere ad un prezzo più competitivo! Bene... ma perché in Cina costano meno? Perché sfrutta la manodopera. Ed ancora una volta non si cerca di puntare sulla qualità, ma, per amore del profitto, si punta sulla quantità e allora a quel punto sì che vanno bene pure i cinesi che lavorano 16-20 ore al giorno per uno stipendio da fame. Così come offrire uno stipendio da fame (€200/mese) per passare 12 ore a raccogliere i pomodori ed il raggiungimento sino al posto di lavoro è a carico dello schiavo... francamente capisco le vostre esigenze, ma non potete nemmeno approfittarne.
Siamo usciti un po' fuori tema anche se comunque pertinente, ma la mediocrità non è solo demolizione del superlativo, dell'eccezionale. In questa categoria rientra anche l'appiattimento di tutto ciò che è particolare. Spesso mi avete sul tema del meticciato biologico ed inveire contro quella manica di cialtroni parassiti che si fanno porta bandiera di un anti-globalizzazione difendendo a spada tratta ogni strumento ed ogni obbiettivo che la globalizzazione si è prefissa e si prefigge. Ad esempio l'abbattimento delle barriere, l'abbattimento delle differenze razziali (differenze non dislivello che pur c'è), dell'abbattimento delle differenze tra i sessi. Anche in questi casi ed in questi ambiti si verifica l'esaltazione del mediocre, del banale. Dai media, e da tutti gli altri veicoli della mediocrità, ci impongono di vivere solo il "presente" considerandosi senza futuro e senza voltarci al passato. Ebbene in tal senso vi devo dare sta notiziaccia... il presente non esiste (nel senso con cui viene comunemente inteso) perché nell'istante stesso in cui finisco di pronunciare, scrivere, pensare la parola "adesso" quell'attimo è già il passato ed è stato sprecato per vivere secondo i dettami chi non sa più come (ammesso lo abbia mai voluto o saputo) fornire un futuro. E allora ecco le belle frasi da "chat room", da "buongiornissimo", da mignotte che vogliono costruire la famiglia con il modello da copertina patinata di mr. universo... "vivi ogni giorno come se fosse l'ultimo" (ovviamente inteso originariamente come non temere il domani ma vivi intensamente la tua vita), ma tutto quello che vedo nell'applicazione di questa "regola" è gente ubriaca o fatta davanti ad ogni bar o su ogni panchina al parco. E' questa il massimo dell'intensità che dai alla tua vita? Tutto è appiattito in pochi istanti goderecci perché il passato pesa e il futuro ancora non esiste quindi perché preoccuparsene. Eppure per eccellere, per distinguersi dalla massa e dalla marmaglia non basta belare più forte... dobbiamo smetterla di essere pecore in un gregge e incominciare ad essere pastori. Solo con l'esempio possiamo fare in modo che la competitività faccia emergere l'eccellente che è in noi, non il più meschino né il più viscido... l'eccellente... Il Migliore.

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