15 ottobre 2018

Gioia (DC) Perduta

Con 20 anni di ritardo sto piangendo la perdita della DC in cambio di un PD qualsiasi? Chiaramente no. Il titolo è rubato dalla puntata di "TG2 dossier" (intitolata "Gioia Perduta") in cui si parlava di promesse vane, infiltrazioni andrine e altre raffinatezze nell'economia di Gioia Tauro famoso centro urbano della Provincia di Reggio Calabria.
Famoso principalmente per 3 cose, il porto, l'elevato numero di commissariamenti per reati di mafia e gli oliveti.
Gli oliveti sono stati distrutti per far posto al porto (ed insieme agli olivi è scomparsa Eranova) un'impresa titanica voluta negli anni '70 dalla Democrazia Cristiana per rilanciare il sud Italia.
Per qualche decennio questo è stato anche possibile, nel senso che, con il porto di Genova risalente all'epoca delle repubbliche marinare, Gioia Tauro è stato il centro portuale più all'avanguardia. Come sempre il governo punta un po' troppo in alto e si dimentica di dettagli insignificanti quali, ad esempio, le infiltrazioni della 'ndrangheta che stava facendo il salto di "qualità" già operato dalla mafia siciliana, ovvero dal taglieggiamento di allevatori e agricoltori all'imprenditoria edilizia.
Così Andreotti che, posò la prima pietra del porto (in futuro indagato e, ovviamente, assolto e beatificato dallo Stato italiano), pone la pietra sulla cittadina di Eranova.
Eseguendo la ricerca su Google maps il risultato che si ottiene e questo:

mi piacerebbe dirvi che è un altro caso di cialtronesca approssimazione di Google (che non ha ancora capito che i numeri civici in Italia sono pari su un lato della strada e dispari dall'altro), ma non è così il paese che sorgeva nella piana di Gioia Tauro è stato sgomberato dalla polizia, alla fine degli anni '70, raso al suolo e la morfologia della nazione è cambiato per sempre perché sono stati scavati metri (se non km) di spiaggia per dare la giusta profondità al porto.
Direte voi... "Sud per Sud non si poteva riqualificare il porto di Taranto?" ottima domanda, ma credo che la risposta io non sia in grado di fornirvela.
Questo risponde e dissipa ogni dubbio, voglio sperare, a quanto sostengono che lo Stato italiano non può espropriare i beni privati. Questi erano gli anni '80, vero, ma le cose da allora non sono cambiate. Seppur noi viviamo in uno stato "liberale" e capitalista, lo Stato ha dalla sua la facoltà di applicare una legge socialista (alla Stalin tanto per intenderci) per cui per il bene comune lo Stato può espropriare un bene privato.
Ne sanno qualcosa i residenti della val di Susa che, ritrovandosi in mezzo alle palle quelle 4 zecche di merda dei centri sociali, spesso vengono accomunati alla frangia più violenta dei NoTav. Come sempre non voglio difendere nessuno, ma quando impieghi una vita a estinguere il mutuo di casa tua o, altrettanto, hai la fortuna di possedere una casa da generazioni perché il nonno di tuo nonno l'ha costruita con le sue mani, non mi sembra giusto che lo Stato te la espropri a costo pressoché 0 perché i francesi hanno fretta di attraversare l'Italia per andare in Croazia.
Poi possiamo parlare dei modi, delle mode, della forma delle proteste. Mi spiace se qualche pendolare ha fatto tardi nel tornare a casa (e lo dico senza ironia o sarcasmo), ma se foste al loro posto e lo stato volesse distruggervi la casa o murarvici dentro (uno dei progetti fa passare una rampa di carico affianco ad una casa e di fatto l'abitante si troverebbe casa sua sovrastata, in altezza, da un muro di cemento armato a poche decine di metri... senza considerare che siamo in Italia e che crollano i ponti in testa alla gente).
Tornando a Gioia Tauro va detto però che aldilà di Andreotti e delle sue affiliazioni mafiose, il comune non ha mai avuto vita facile subendo il suo primo commissariamento già nel 1909 (fondato appena un secolo prima) dal '30 al '45 fu posto sotto tutela di Commissario Prefettizio e all'autorità del Podestà e così via sino arrivare agli ultimi decenni. 
Il problema di cui mi sto occupando oggi è che nel piano di riqualifica per la piana, erano previste un certo numero di opere (oltre al solo porto) d'infrastruttura al fine di far diventare la città un nuovo centro siderurgico nazionale. Le opere di infrastruttura non furono mai realizzate e Genova ebbe, così, tutto il tempo di ammodernizzarsi. Anche perché, nei panni di un'azienda di spedizione merci, se arrivi al porto calabro e le tue merci marciscono sulla banchina perché manca l'infrastruttura per farla uscire dal porto...
Quando Eranova fu rasa al suolo i sindacati e l'intera sinistra dov'erano? Spero che almeno abbiano fatto il conto tra distruggere una comunità, una città ed un intero paese, in cambio di qualche migliaio di posti di lavoro (che sarebbero arrivati una decina d'anni dopo), ma onestamente... ne dubito.

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