15 maggio 2017

Bollino nero sulle pubblicità dannose per i bambini.

Partiamo dal presupposto che, quando si parla della società attuale, coerenza e intelligenza sono gli ultimi aspetti che si dovrebbero ricercare, ma fa comunque ridere (in senso ironico in quanto ci sarebbe solo da piangere), quali sono le battaglie che le mamme medio-progressiste portano avanti e su quali invece sorvolano allegramente perché ritenute scarsamente o per nulla importanti.
Ma la storia che sto per raccontare parte da molto lontano, esattamente da 15 anni fa, quando una coppia di miei conoscenti (eterosessuale) decide, una volta sposati, di mettere al mondo dei figli. Partecipo volentieri alla loro gioia fino a quando, almeno, non usano la bambina come espediente politico per punzecchiarmi. Infatti sul fasciatoio della piccola capeggia un telo con delle tasche utilizzato per riporre il necessario per il cambio della piccola. Queste tasche erano contraddistinte da fiocchi di diversi colori, che andavano dal verde al blu passando per la maggior parte dei colori presenti in natura, il rosso, l'arancione, il marrone, ecc.
Ovviamente le tasche non erano disposte su un'unica linea ma, per occupare meno spazio, formavano un quadrato o un rettangolo (portate pazienza sono vecchietto io e a distanza di tanto tempo non mi ricordo quante fossero le tasche, se fossero state 9, 12 o 16). Resta il fatto che al livello più basso, tra le altre, era presente la tasca con il fiocco rosso, ma in tutto il quadro non era presente nessuna che avesse il fiocco nero. I genitori della piccola sono solerti, ponendomi di fronte alla stoffa, nel indicarmi che tra tutti il fiocco preferito della piccola era quello rosso. A me basta uno sguardo per confutare la loro splendida teoria. "Intanto la piccola non è ancora in grado di alzarsi in piedi e voi le mettete la testa sotto al fiocco rosso. Magari la piccola vorrebbe scegliere un fiocco più in alto o di un altro colore, ma non può per incapacità fisica. Poi non c'è il fiocco nero, quindi di fatto non ha una vera e propria scelta, può solo optare tra ciò che volete voi... Giochiamocela alla pari e vediamo se la bimba sceglierà ancora quel colore."
Passano gli anni i miei conoscenti hanno un altro bambino, ma la solfa non cambia. arriviamo quindi ad oggi.
Il giovanotto fa la comunione e la sorella maggiore, la stessa splendida bambina costretta al comunismo dai genitori, gli regala un "frattellino" a distanza. Ovvero si organizza al fine di adottare un mini pellet. Va fatto presente che da tempo il piccolo chiedeva cosa potesse fare per aiutare questi bambini... ma questi chi? La domanda nasce proprio spontanea infatti da qualche mese, forse addirittura un anno, è ripresa la campagna pubblicitaria per la salvaguardia del cucciolo di pellet a cura di "save the children" e compagnia cantando. Aldilà del fatto che poi i cuccioli di scimmia cresceranno già con l'idea che l'Europa, l'Italia in particolare, sia la terra che gli regala tutto ciò di cui hanno bisogno, per cui quando questi sbarcheranno illegalmente sulle nostre coste prima ancora di un tetto sulla testa e un piatto di minestra pretenderanno il wi-fi. Anche se la richiesta di adozione arriva dal bambino a chi toccherà mantenere il pellet? I genitori in questione sicuramente lo faranno più che volentieri, le possibilità non gli mancano e l'ideologia tanto meno, ma resta il fatto che queste organizzazioni non si accontentano della donazione "una tantum", bensì pretendono un obolo mensile.
Per carità ognuno è libero di educare e crescere i figli come meglio crede, e se si è già affini al conformismo del "volemose bene" non ci sono problemi. Chi in vita sua è stato educatore lo sa, il problema è proprio il fatto che servono 100 parole buone per educare nel modo corretto un ragazzo, mentre ne basta una cattiva per vanificare tutto, anche quando la parola "cattiva" non proviene dall'educatore. Si può passare anni a insegnare ad un bambino a non dire parolacce, ma basterà che ne sentano una per trasformarli in scaricatori di porto.
Allora invochiamo il bollino semaforico anche sulle pubblicità. Perché non basta che "fingano" di farle passare fuori dalla fascia protetta, quando quello che passa in suddetta fascia distrugge la mente dei giovani.
Pretendo il bollino nero per le pubblicità in cui mostrano i bambini che muoiono di fame mentre sto mangiando, perché mi provocano la bulimia (Eccessivo desiderio di cibo, fonte Corriere della Sera).
Inoltre, a quanto pare, provoca nei bambini comportamenti ossessivi / compulsivi, come ulteriore conseguenza inculca, nella mente intellettualmente inferiore delle famiglie africane, l'idea che i loro figli saranno mantenuti dagli europei, quindi, in pellet che già puntano alla quantità per far sopravvivere la "qualità", provocano il desiderio di produrre altre risorse, tanto sopravvivranno tutti.
Insomma le pubblicità non sono dannose solo quando mostrano ad un infante tette, culi e finocchi (anche se quest'ultima categoria è stata depenalizzata dalla chiesa e dalle istituzioni e per osmosi ai borghesi). Inutile è non mostrare sangue finto e scene di violenza finta, quando poi si somministrano ai bambini sangue vero e violenza vera. Quando si fanno crescere i bambini con l'idea che i pellet sono il bene e la razza a cui si appartiene il male, al bambino gli si fa la peggior violenza che si possa immaginare perché odierà l'essere nato con il colore di pelle sbagliato e solo gli Déi sanno quali turbe porterà nel suo animo e nella sua psiche.

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