19 maggio 2017

Orgoglio Italiano.

Affermare "Sono orgoglioso di essere Italiano!", oggi, non è solo anacronistico, ma (confesso) anche un po' faticoso. Noi oggi dovremmo raccogliere l'eredità di quelle menti geniali che, in passato, hanno fatto di questa piccola penisola (dalla forma un po' buffa) il fulcro della civiltà in vari ambiti. In principio Roma (intesa come Impero e Repubblica) con la sua potenza ed il suo genio militare. Erano "cittadini" la maggior parte degli abitanti del Mondo allora conosciuto. In seguito abbiamo eccelso nell'arte scultorea, pittorica e ingegneristica. Abbiamo prevalso nuovamente, nell'arte militare e della diplomazia, quando un piccolo regno (di Savoia, "il Piemonte") ha, nel bene o nel male "cacciato" tutti gli invasori per creare una Nazione (piaccia o no). Abbiamo svolto un ruolo da primi "attori", quando le potenze europee cercavano alleati (prima guerra mondiale) o un punto di equilibrio per evitare un secondo conflitto (2° guerra mondiale). Mentre ora cercano solo un bacino a cui attingere soldi e basta, dal momento che il nostro peso politico è pari a zero (o meno a seconda del valore dell'altro interlocutore). Eppure mi sento ancora orgoglioso di essere italiano, ma non per i miei connazionali (piaccia o no), i finti italiani, i nuovi italiani o i sedicenti italiani. Sento nel mio cuore di non avere nulla di cui rimproverarmi, nemmeno il periodo coloniale (per quanto disapprovi il concetto di colonialismo), non siamo andati "là" in cerca di schiavi, ma a portare cultura e civiltà, costruire pozzi, ospedali, ecc. qualcuno non era d'accordo, purtroppo non si può accontentare tutti, diversamente si perde l'identità di ciò che si è.
Come un "attore" che a forza di recitare ruoli diversi, non riesce più a mostrare il proprio Io, ma un "io" richiesto dalle circostanze. Per quanto insulsi, stupidi e ignoranti, gli americani sono orgogliosi di essere americani. Nonostante la schiavitù dei negri, cancellata "ufficialmente" dopo la guerra di secessione (1865), ma de facto sostituita da un apartheid "ufficioso" fino agli anni '60 del '900. Nonostante lo sterminio degli indiani d'America, nonostante due bombe atomiche sul Giappone, nonostante il Vietnam, nonostante il Kuwait, nonostante l'Iraq, nonostante l'Afganistan, ecc. potrei andare avanti con la Siria e altri casi meno noti, ma direi che per una nazione che ha 300 anni, di cui la maggior parte nell'era "illuminata", di nefandezze ne abbiano combinate abbastanza. Forse non tutti negli States sono felici di avere un vicino di casa bianco o negro o messicano o meticcio o finocchio... ma quando sono chiamati alle armi (ci mostrano) sono onorati di morire per la patria, anche quando la patria è rappresentata da Bush (junior o senior), Obama (Osama), Regan, Clinton, Nixon, Johnson, ecc.

Onestamente non so quanti lo sarebbero qui da noi. Certo a morire per Brunetta, Berlusconi, Alfano, Renzi, Grillo e Gentiloni... non è proprio facile. Ma Orgoglio Nazionale, Onore e Fedeltà non sono valori che dipendono dai governanti o che si debbano necessariamente a loro offrire.
Tener fede alla parola data è già una forma di Fedeltà, ma non verso un governo di ladri e parassiti, ma verso noi stessi, perché quando si tradisce la propria parola, non è stato il politicante di turno a darla per noi. Non dobbiamo essere orgogliosi che Frattini, ex ministro degli esteri interrogato sulla guerra in Iraq, risponda "eh la guerra è una brutta cosa!", "ma hai 5 anni? cazzo!". E tanto meno dovremmo essere orgogliosi per le vittorie sportive quando per vincere "compriamo" stranieri, perché se si vince grazie a uno spagnolo, o chi per lui, non è emerso il valore "italico grandioso, che di Roma un tempo già fu".
Ma dobbiamo essere orgogliosi per quell'eredità che ci è stata lasciata dai nostri avi ed esserne all'altezza, anziché distruggerla perché anacronistica (usata come scusa per coprire l'inadeguatezza degli individui) o irraggiungibile.
Raccogliamo ciò che ci spetta di diritto qualunque ne sia il prezzo, qualunque ne sia il costo.

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