24 maggio 2017

Il problema del made in China.

Che differenza c'è tra un prodotto italiano, europeo, americano fatto in Cina ed un prodotto cinese fatto in Cina?
La risposta corretta è una e una soltanto "il prezzo"!
Questa è l'unica vera differenza. Molto spesso (soprattutto legato ai prodotti Apple, in particolare gli iPhone) ci si trova a deridere, denigrare e screditare le "contraffazioni" cinesi rispetto a quelle dei paesi di progettazione. 
Ovviamente questa è una falsa battaglia, è una battaglia che non ha senso, in quanto molto spesso (se non sempre) l'azienda che costruisce un prodotto contraffatto è la stessa che ha costruito il prodotto ufficiale. Quindi il problema è che queste aziende hanno comprato un iPhone per poi mettersi lì a smontarlo pezzo per pezzo per replicarlo nei minimi dettagli?
Ma figuriamoci questa cosa si faceva negli anni 60-70-80, quando le aziende operavano ancora molto sul territorio, ma oramai le aziende sono state delocalizzate, quindi costoro possono tranquillamente utilizzare le parti avute o costruite in loco dalla fabbrica di riferimento.
Sapendo che un paio di scarpe "Nike" costa 300 e passa euro, ma al bambino "cinegro" che le cuce a mano la multinazionale paga pochi spiccioli al paio. Perché dovrei dare €300 ad una multinazionale quando la stessa identica scarpa mi cosa 1/10?
Si potrebbe obbiettare che in questo modo si alimentano mercato e lavoro nero, ma è una emerita stronzata. Se un'azienda chiude la propria linea di produzione nel paese in cui è "nata" e lo sposta in un qualsiasi paese del 3° mondo di merda... non è per solidarietà nei confronti del terzomondista che stava lì a morire di fame e meno male che è arrivata la multinazionale. Bensì lo fa per guadagnare sempre più soldi e per fare questo ha tre vie, la prima controproducente (alzare ulteriormente il prezzo al dettaglio del prodotto finito), il secondo è un suicidio (abbassare gli stipendi degli operai e distruggere il loro status sociale), il terzo l'unico percorribile (ridurre il costo del prodotto, fabbricandolo in un paese composto da persone che non esistono... un po' come il Molise).
So già cosa state pensando (o almeno credo), "questo è impazzito e vuole che noi si compri dai cinesi..." neanche per il cazzo di fatto (ci piaccia o no) stiamo già comprando dai cinesi, dagli indiani o da chi per loro. Ad esempio i prodotti venduti da decathlon (si tratti di quelli costosi o di quelli "da tirare al nemico in caso di guerra") sono fabbricati in India. Tutta, o quasi, la tecnologia è prodotta in Cina (compreso i grandi marchi USA quali intel, apple, ecc.). Il tanto millantato "made in Italy" della sartoria, se non è fatto in Cina, è fatto da sartorie cinesi più o meno clandestine (ragione per cui riescono a tenere prezzi concorrenziali). Insomma non sto dicendo fate fallire le "nostre" aziende. Anzi a me piacerebbe succedesse l'esatto contrario. Ovvero che le aziende facessero quello che Trump sta attuando in America, solo fatto per davvero, tornare ad essere aziende localizzate e che riprendano ad assumere lavoratori italiane e ricominciassero a pagare le tasse in Italia. Certo da parte dello Stato, va detto, c'è stata un'esagerazione nell'aumento della tassazione, non può un azienda pagare oltre il 50%, del proprio guadagno, in tasse, ma non è neanche possibile che aziende in continua espansione abbiano un guadagno pari a 0.
Non ho mai esposto il mio personale piano di rilancio dell'economia se non a spizzichi e bocconi... anche perché dal mio punto di vista andrebbe rifondata l'Italia da cima a fondo.
Intanto il primo passo per una sicura ripresa economica è tagliare il cordone ombelicale attraverso cui l'U(B)E succhia via tutti i nostri risparmi e le tasse che versiamo allo Stato. Una volta riappropriatici della nostra sovranità monetaria, possiamo tornare ad investire nello sviluppo delle infrastrutture (ferrovie, autostrade e aeroporti) al fine di permettere la circolazione delle merci. Tutto questo non può ovviamente avere senso se il nostro apparato produttivo è distrutto o sterile. Infatti se le grandi aziende "italiane" vogliono andarsene affanculo... liberissime di farlo, ma non a nostre spese. Intanto restituiscono tutto il capitale che gli è stato prestato o che hanno ottenuto grazie agli sgravi fiscali, poi se hanno ancora la forza economica di andarsene lo facciano. Infatti non ha senso continuare a sfruttare la fama della qualità italiana producendo in Romania, Polonia, Brasile, Argentina, Cina, ecc.
Sicuramente una Nazione è morta se il proprio mercato interno è sterile. Sostengo da anni che il semplice abbassare le tasse alle aziende non è sufficiente per la ripresa dell'economia, se le aziende non usano (anche solo in parte) i soldi in più per alzare gli stipendi. Sono estremamente convinto che una persona (o una famiglia) è disposta a spendere un po' di più per un prodotto di qualità se se lo può permettere. Certo è che mangiare si deve mangiare, vestirsi si deve vestirsi e quando i soldi non bastano per tutto a qualcosa bisogna rinunciare (e a saltare per prima è sempre la qualità). Anche perché non ha senso spendere 10 volte tanto per comprare un prodotto costruito nello stesso angolo di mondo da cui arriva il prodotto "scadente" e, probabilmente, fatto dalle stesse mani incapaci.
Facendo un'analisi a spanne di fatto "quest'italia" non ha più un'infrastruttura Statale. Dalle ferrovie alle telecomunicazioni, passando attraverso le poste, le navi (e presto anche la compagnia aerea di bandiera) sono o privatizzate o in mano a multinazionali straniere. Questo non giova sicuramente alla crescita di una Nazione che dovrebbe investire nelle infrastrutture (le grandi opere pubbliche di cui tanto si parla, ma nessuno sa un cazzo), per avere un ritorno a lungo termine, ma dal momento che lo Stato investe e qualcun altro ne raccoglie i frutti la nostra crescita rimane zero o poco più (se non addirittura meno).
Tutto questo può essere realizzato per mezzo di questa casta di "magnaschei" per citare (seppur non condividendo) Natalino Balasso? Assolutamente no. La loro politica dalla fine della guerra ad oggi è la dimostrazione che o sono totalmente incapaci di governare o c'è premeditazione nel voler distruggere la Nazione.
Quindi sicuramente il primo passo sarà quello di tagliare via 'sta casta di incapaci e traditori. 
Istituiti dallo Stato stesso ci sono tutta una serie di enti nazionali che vigilano sull'operato degli enti pubblici, ma chi vigila su di loro? Questo è solo uno dei problemi, infatti quando chi vigila non è vigilato, o dovrebbe esserlo dal tribunale ordinario che è costantemente impelagato con cause che ingolfano il sistema, si verificano quei casi in cui un colpevole sta a piede libero (fino alla prescrizione del reato) ed un innocente resta in galera in attesa di giudizio e coloro che dovrebbero vigilare continuano ad oziare. Si potrebbe distinguere, anche con tribunali specifici, tre tipologie di reato. Civile, Penale e Amministrativo questo dovrebbe permettere di snellire e quindi accelerare i tempi di giudizio. 
Ovviamente si dovrebbe partire da un parlamento pulito, Togliere l'immunità parlamentare è pericoloso (visto in ottica di possibili persecuzioni politiche), ma non possiamo neanche permettere che i mafiosi si facciano eleggere per scampare a possibili condanne. 
Queste sono solo alcune idee per provare a scuotere quest'albero che sta morendo... se non si riprende almeno cadranno le mele marce.

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