2 maggio 2017

Quando scoprire l'acqua calda è da complottisti!

Stamane sono stato accolto dalla "incredibile" notizia che FaceBook spia (ovvero utilizza i post, gli stati d'animo, ecc) degli utenti per indirizzare la pubblicità da mostrare. A darne notizia è il "Corriere della Sera" che, non si sa per quale ragione, punta il dito contro l'Oceania (sostanzialmente Australia e Nuova Zelanda). Sarà perché facendo riferimento ad una terra straniera e lontana dà, a noi italiani, l'illusione di vivere in democrazia. Di conseguenza da noi queste cose non possono capitare.
Ad esser giusti la notizia vorrebbe far scalpore per il fatto che ad essere stati spiati sono giovani intorno ai 14 anni "L’analisi di David Fernandez e Andy Sinn mostra algoritmi in grado di monitorare post, foto e interazioni di 6,4 milioni di utenti australiani e neozelandesi di 14 anni (l’età minima per iscriversi è 13) per intercettare i sentimenti di paura , sfiducia, ansia o nervosismo".
Ma di cosa vorrebbero ci stupissimo esattamente?!? Del fatto che siamo spiati, ufficialmente a scopo pubblicitario? O del fatto che non facciano differenza tra i maggiorenni e i minorenni?
Nel caso in cui vorrebbero ci stupissimo che siamo spiati dai (a)social network, mi spiace... ma non è un mistero per gli utenti, nemmeno tra i più ingenui, e non è un mistero per i nostri politicanti, dal momento che quella zoccola, parassita, inutile della Boldrini può permettersi di chiedere a Zuckerberg di bloccare (credo solo per l'Italia) tutte le pagine e i gruppi a contenuto fascista e/o razzista.
Se invece dovessimo stupirci del fatto che ad essere spiati sono i ragazzini... anche questa non è una novità basti pensare a quante pubblicità sono indirizzate al mondo dei giovani i quali, nonostante non abbiano alcun potere d'acquisto diretto (ovvero uno stipendio), hanno la capacità di frantumare... il riposo degli adulti quando non ottengono ciò che vogliono.
Sostanzialmente il "Corriere della Sera" ha scoperto l'acqua calda (che comunque nella preistoria è stata una scoperta mica da poco). 
Ma perché la stessa "indignazione", o forse sarebbe più corretto "sensazione", non la pongono sulle pubblicità mirate che compaiono nella nostra casella di posta, o all'interno dei siti, in base alle nostre ricerche più recenti? O ancora perché non si pongono nemmeno il dubbio quando aprendo la ricerca su google (senza aver ancor digitato alcunché) ci viene chiesto di attivare la geo localizzazione? Voglio dire se chiedo "dimmi chi era Alessandro Volta" (aldilà del fatto che sono un ignorante di dimensioni apocalittiche) a cosa gli serve sapere dove mi trovo? Dato e non concesso che ci sia un ristorante che si chiama "Alessandro Volta", può benissimo indicarmelo nei risultati di ricerca, poi se mi trovo a Milano ed il ristorante è a Catanzaro saranno cazzi miei se ci voglio andare oppure no. Perché se me lo mostra solo se è in zona, ma io lo voglio trovare, mi fa un torto. Se io cerco informazioni sul Fisico comasco e mi mostra il ristorante in zona... magari che cazzo me ne frega.
Questi ovviamente sono solo alcuni esempi di "spionaggio" fatto da (a)social e da altri strumenti di internet. Un altro esempio è l'app Whatsapp che periodicamente (indicativamente dopo qualche settimana dal rilascio di una nuova versione) obbliga gli utenti a specificare la frequenza con cui si intende eseguire il backup dei propri messaggi. A prescindere dal fatto che dovrebbe spettare a ciascun utente la scelta se eseguire o meno un backup dei messaggi, e non all'app, che in caso di rifiuto a sottostare a questa pratica declinerebbe eventuali responsabilità relativa alla perdita di dati, ma soprattutto perché in cambio devo fornirle l'autorizzazione a spulciare nella mia cartella di google drive e ai file ivi contenuti?
Non ho mai approfondito con altri utenti se a loro sia mai capitato, quindi se è una prassi "usuale", oppure se è riservata a me in quanto sotto inchiesta della magistratura. O se sia whatsapp a volersi fare i cazzi miei oppure se è google per quanto già affermato in precedenza.
Resta il fatto che, a prescindere che lo si chiami complottismo oppure no, siamo spiati. Per questa ragione sanno prima di noi quali sono le nostre intenzioni, per questa ragione non mi sento di dire che viviamo in un mondo libero o, quanto meno, in una nazione libera. Perché ci hanno sempre detto che spiare i propri cittadini era una pratica tipica dei totalitarismi. Che la censura era una pratica da totalitarismi. Che imporre una certa ideologia era una pratica da totalitarismi. Allora che differenza c'è, a parte l'ideologia di fondo, tra le grandi dittature del secolo passato e le "democrazie" presenti quando le pratiche sono le medesime?
Mi viene data sempre più conferma del fatto che dietro alle mosse insensate di quei quattro burattini (più di 1000 tra camera e senato nella sola italia) si nasconda un fine che sfugge alla mia comprensione se non è quello di dominio globale o di creazione di un nuovo ordine mondiale. Perché se gli scopi dei nostri politicanti fossero solo potere e denaro, basterebbe loro dare un contentino al popolo, mantenere la nazione priva di pellet o con una dose minima, in modo da urtare il minor numero possibile di individui. Mantenere alto il livello di sicurezza percepito (non certo reale) dai cittadini, fornirgli lavoro. Così il cittadino sentendosi libero, sicuro e sfamato, non avrebbe di che lamentarsi del proprio governo e dei politicanti. Basti pensare alla Democrazia Cristiana che, pur avendone combinata di ogni (omicidi, rapimenti, attentati, concussioni con la mafia, ecc.) ha governato per oltre 40 anni con l'assoluta fiducia del popolo, perché al popolo non faceva mancare nulla.
Ma come l'illusione è crollata, o è stata fatta crollare, ecco che sono comparsi i burattini che hanno svenduto tutto.
Chiaramente alcune situazione sono state messe in moto proprio negli anni della DC, ed è capitato ai politici successivi conviverci e farci i conti, ma certamente al FMI non avrebbe fregato un emerito cazzo di fare o meno i funerali di stato a quel ladro bastardo di Craxi e di permettere al suo galoppino preferito, Berlusconi, di candidarsi pur di evitare la galera. Ma certamente gli ha fatto comodo provocare lo scandalo che ne ha portato alle dimissioni, dal momento che si era rifiutato di presentare un provvedimento che di fatto avrebbe ammazzato l'economia italiana (che invece è stato il primo atto ufficiale del governo Monti).

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