Avendoci frantumato i cosiddetti con i dogmi di Greta, mi trovo nella posizione di poter anche commentare quanto detto da una persona sensata.
Per capire di chi sto parlando, a voi miei fidati lettori, è sufficiente il titolo dell'articolo perché mi seguite assiduamente, degli altri "chissene"...
La cosa strana è che di Greta e Carola scrivono bello in chiaro nome e cognome, della quindicenne Marla sempre e solo il nome. Da un lato mi vien da pensare che cerchino di tutelarla da possibili attacchi scaturiti dalle sue idee. Dall'altra che i media mainstream intendano nascondere, una vola sciamato il momento caldo, sotto tonnellate di immondizia web.
Marla viene definita come "l'anti-Greta" e "l'anti-Rackete" ma, mentre potrei vederla come antitesi della seconda, dal suo primo intervento non sembra evincersi un fatale disprezzo per l'ambiente. Da qui la sensazione che dopo la solita gogna mediatica in cui sottolineeranno un inesistente disprezzo "fascista" per l'ambiente, la ragazzina finirà per perdersi nell'oblio del web (che non dimentica, ma fatica sempre a ricordare ciò che vuole tenere nascosto).
Se le mie elucubrazioni troveranno conferma nel futuro, la ragione è da ricercarsi esclusivamente nel fatto che, a differenza delle sue antitesi, Marla dice una verità assoluta. Le altre sue affermazioni non sono menzogne badate bene, ma la sua frase di chiusura, che per ragioni puramente propagandistiche viene sempre citata all'inizio degli articoli (ricopiati di giornale in giornale), è una verità assoluta ""Uno non deve odiare lo straniero per amare ciò che è suo. Amo il mio Paese, voglio viverci in sicurezza"." Uno non deve odiare lo straniero per amare ciò che è suo... ma già che ci si trova male non fa... tralasciate per un attimo l'eccezione costituita dalla mia persona che li odio a prescindere "che siano qui o a casa loro, che delinquano o abbiano un lavoro". Chiaramente tale frase sarà, col tempo decontestualizzata, destrutturata e distorta per far sì che il messaggio di fondo diventi "puoi accogliere tutti negri che vogliono entrare senza per questo amare meno il tuo paese."
Ovviamente le due cose non sono inversamente proporzionate, ovvero più ami il tuo paese più devi odiare il pellet. Se volessimo recuperare quanto da me descritto in articoli precedenti, relativamente al concetto di amore, se ami davvero qualcuno o qualcosa vuoi soprattutto il suo bene scevro da ogni egoismo. Applicando questo principio all'amor di patria, sono estremamente convinto che il bene di un paese non passi in alcun modo attraverso la sostituzione del suo popolo (millenario) e/o della distruzione delle sue tradizioni secolari, basate inevitabilmente sul radicamento del popolo stesso nella propria terra.
Chiaramente, a differenza del "zeccume" vario, non intendo eleggere a paladina del "padroni a casa nostra" o a baluardo di tutta l'estrema destra europea, ma semplicemente sottolineare il senso che do io alla conclusione del suo discorso, diametralmente opposto a quanto ipotizzato prima. Ovvero amare la propria Nazione non implica necessariamente odiare gli stranieri (ma già che ti ci trovi), questo è ciò che vuol farci credere la sinistra di tutti i colori, estrazioni e ceti sociali. Vogliono far passare il banale buon senso per razzismo, con un obbiettivo piuttosto ovvio, e legare indissolubilmente l'amor di patria al fascismo. Sulle affermazioni della ragazza il Giornale è più trasparente di Libero Quotidiano nel riportare "Poi l'attacco ai richiedenti asilo, "responsabili di molestie nei confronti di donne e ragazze: lo trovo orrendo. E anch'io - spiega Marla - ho sperimentato qualcosa del genere". Secondo la 15enne la colpa non è solo degli immigrati, ma anche di coloro che li difendono, che dicono: "anche i tedeschi potrebbero farlo, noi non siamo meglio di loro. Il punto - attacca - non è chi potrebbe farlo, ma chi lo sta facendo". "Le statistiche - prosegue - sono inequivocabili per i crimini dei rifugiati.""
Speriamo che il suo augurio per il risveglio del popolo tedesco e dei popoli d'Europa, soggiogati dalle continue e castranti accuse di razzismo quando usano il cervello, venga ascoltato e che i giovani non si facciano più incantare con le promesse edonistiche di facili guadagni e ambiguità sessuale o peggio ancora "dell'erotismo interspecie" (citando Clerks 2 di Kevin Smith).
Se le mie elucubrazioni troveranno conferma nel futuro, la ragione è da ricercarsi esclusivamente nel fatto che, a differenza delle sue antitesi, Marla dice una verità assoluta. Le altre sue affermazioni non sono menzogne badate bene, ma la sua frase di chiusura, che per ragioni puramente propagandistiche viene sempre citata all'inizio degli articoli (ricopiati di giornale in giornale), è una verità assoluta ""Uno non deve odiare lo straniero per amare ciò che è suo. Amo il mio Paese, voglio viverci in sicurezza"." Uno non deve odiare lo straniero per amare ciò che è suo... ma già che ci si trova male non fa... tralasciate per un attimo l'eccezione costituita dalla mia persona che li odio a prescindere "che siano qui o a casa loro, che delinquano o abbiano un lavoro". Chiaramente tale frase sarà, col tempo decontestualizzata, destrutturata e distorta per far sì che il messaggio di fondo diventi "puoi accogliere tutti negri che vogliono entrare senza per questo amare meno il tuo paese."
Ovviamente le due cose non sono inversamente proporzionate, ovvero più ami il tuo paese più devi odiare il pellet. Se volessimo recuperare quanto da me descritto in articoli precedenti, relativamente al concetto di amore, se ami davvero qualcuno o qualcosa vuoi soprattutto il suo bene scevro da ogni egoismo. Applicando questo principio all'amor di patria, sono estremamente convinto che il bene di un paese non passi in alcun modo attraverso la sostituzione del suo popolo (millenario) e/o della distruzione delle sue tradizioni secolari, basate inevitabilmente sul radicamento del popolo stesso nella propria terra.
Chiaramente, a differenza del "zeccume" vario, non intendo eleggere a paladina del "padroni a casa nostra" o a baluardo di tutta l'estrema destra europea, ma semplicemente sottolineare il senso che do io alla conclusione del suo discorso, diametralmente opposto a quanto ipotizzato prima. Ovvero amare la propria Nazione non implica necessariamente odiare gli stranieri (ma già che ti ci trovi), questo è ciò che vuol farci credere la sinistra di tutti i colori, estrazioni e ceti sociali. Vogliono far passare il banale buon senso per razzismo, con un obbiettivo piuttosto ovvio, e legare indissolubilmente l'amor di patria al fascismo. Sulle affermazioni della ragazza il Giornale è più trasparente di Libero Quotidiano nel riportare "Poi l'attacco ai richiedenti asilo, "responsabili di molestie nei confronti di donne e ragazze: lo trovo orrendo. E anch'io - spiega Marla - ho sperimentato qualcosa del genere". Secondo la 15enne la colpa non è solo degli immigrati, ma anche di coloro che li difendono, che dicono: "anche i tedeschi potrebbero farlo, noi non siamo meglio di loro. Il punto - attacca - non è chi potrebbe farlo, ma chi lo sta facendo". "Le statistiche - prosegue - sono inequivocabili per i crimini dei rifugiati.""
Speriamo che il suo augurio per il risveglio del popolo tedesco e dei popoli d'Europa, soggiogati dalle continue e castranti accuse di razzismo quando usano il cervello, venga ascoltato e che i giovani non si facciano più incantare con le promesse edonistiche di facili guadagni e ambiguità sessuale o peggio ancora "dell'erotismo interspecie" (citando Clerks 2 di Kevin Smith).
Nessun commento:
Posta un commento