31 ottobre 2019

La cultura è a sinistra

Sono anni che, chi è cresciuto, ha vissuto o solo frequentato la cosiddetta "Area", sente ripetere come un mantra, come una messa domenicale, come un tormentone estivo (che non si esaurisce mai) la menzogna secondo cui "La cultura è a sinistra".
I riferimenti di questa "verità" da straccioni sono fin troppo eloquenti. Si riferisce, ad esempio, al fatto che i pensatori dell'ultimo secolo (in special modo quelli emersi dopo la 2° guerra mondiale) strizzino l'occhio alle idee socialiste e liberal-progressiste. In particolare con il consolidamento del potere della DC (Democrazia Cristiana, anche se questi acronimi si prestano insolitamente bene alla blasfemia DC, PD, PDL... mah) l'egemonia della cultura rossa ha preso sempre più piede.

Non è oro tutto ciò che luccica... mmm... direi più... non è Nutella tutto ciò che è marrone. Infatti i due schieramenti che vedevano "contrapposti" DC e PCI (ad esempio) in verità si erano ben spartiti le aree di competenza. Da un lato la DC continuava a detenere il potere assoluto, dall'altra il PCI forniva un certo tipo di cultura (non pericolosa per i poteri forti) infatti se tanti artisti di sinistra non sempre dotati di talento, ma troppo spesso esaltati per il loro essere "contro" una corrente che li sospinge in avanti o portandoli in alto verso vette diversamente irraggiungibili per loro, è grazie soprattutto alla loro funzionalità verso il sistema e alla censura operata nei confronti degli autori di destra.
Come già scritto in precedenza, l'area della destra radicale non sforna solo picchiatori da stadio, ma si tende a nascondere il fatto che per quanti artisti ci sono a sinistra, probabilmente, altrettanti ce se sono a destra, ma gli viene impedito di emergere. 
Nonostante ci siano diverse curve orientate a sinistra (tra cui anche le "brigate nero-azzurre" dell'Atalanta che non sono per niente fasciste e sono tutt'altro che agnellini fagocitati dai lupi neri) resiste questa menzogna per cui a sinistra fanno solo cultura (infatti le BR erano fasciste?!?), mentre a destra sono solo capaci di perpetrare violenza.
Anche i metodi più repressori vengono attribuiti alle dittature fasciste, mentre la sinistra sarebbe responsabile dei progressi culturali, sociali ed economici. Guardando alla storia, prima di passare alla contemporaneità, le cose non sono andate esattamente così. Intanto a Destra ci sono state spinte culturali, economiche, tecnologiche e sociali impressionanti se si pensa al "Futurismo" fondato da Filippo Tommaso Marinetti i cui aderenti confluirono nel fascismo (compreso lo stesso Marinetti che poi di dimise dai "Fasci di Combattimento" per divergenze di obbiettivi con il movimento mussoliniano. In campo economico si assiste alla nascita delle corporazioni "La Confederazione nazionale delle Corporazioni sindacali nacque nel gennaio 1922 in occasione del I Convegno di Studi sindacali e corporativi di Bologna. [...] apportando l'inserimento delle strutture sindacali fasciste all'interno del Partito Nazionale Fascista (PNF), la conferma del superamento della lotta di classe a favore della collaborazione di classe e della supremazia dell'interesse comune nazionale nei confronti di quello individuale o di categoria. [...] In quest'occasione nacque appunto anche la Confederazione nazionale delle Corporazioni sindacali. Tali Corporazioni non furono sindacati misti tra lavoratori e datori di lavoro (che si formarono invece nel 1934), ma sindacati autonomi divisi in cinque Corporazioni suddivise per categorie lavorative.". Sociali, inutile spiegare utile ricordare, la pensione d'invalidità e d'anzianità (volute e introdotte dal Fascismo tale la ragione per cui cercano di non farci arrivare più), la mutua, le 8 ore giornaliere e la settimana corta, ecc. Si sa che la guerra è un ottima spinta per le scoperte tecnologiche e la 2° mondiali non ha fatto eccezioni, gli studi sul nucleari (conclusi in seguito dagli americani con l'invenzione della bomba che il Führer non volle far costruire, e lo chiamano "pazzo"), gli studi sui motori a reazione sui primi computer con "Lo Z1 era un computer meccanico, inventato da Konrad Zuse nel 1937 ed entrato nella storia dell'informatica." progettato nella Germania Nazista (fonte vaccapedia), ecc.
Ci vengono a raccontare che tutto questo sono inezie in confronto ai crimini perpetrati dai nazifascisti, eppure nella sfera sovietica, le repressioni, le violente, gli eccidi, le censure non furono inferiori a quelle dei paesi Nazifascisti, eppure è uno di quegli argomenti di cui non si può parlare, non è lecito dire, perché?!? Perché di fatto siamo a tutti gli effetti in un regime dittatoriale e da cosa lo si deduce?
Dal fatto che vengano accettate, senza troppi scrupoli e clamori (soprattutto da parte degli organi d'informazione compiacenti), leggi e azioni che limitano le libertà d'espressione, d'opinione di stampa. Hanno iniziato con il divieto di operare revisionismo storico sull'olocausto trasformando, di fatto, un fatto storico in una religione dogmatica. Hanno proseguito (tramite lo strumento di spionaggio di massa Facebook) con il chiudere (metaforicamente) la bocca agli oppositori politici, ora (tramite lo stesso strumento) limitano la libertà di stampa a giornali e periodici di orientamento sovranista, anche se non ha nulla a che vedere col Fascismo.
Ci sono due ragioni per nascondere qualcosa o ce ne si vergogna o lo si teme, per loro stesso dire ciò che si teme lo denigra, lo si distrugge, lo si demonizza prima di esorcizzarlo ed epurarlo.
Così insieme alla profilo FB degli esponenti di CPI è finita la pagina de "Il Primato Nazionale". Continuo a ripetere lo stesso allarme, oggi tocca alla destra. Quando non sarà più funzionale al sistema, toccherà anche alla sinistra estrema e poi a chiunque altro osi opporre il buon senso alla cieca obbedienza.
"Il totalitarismo invece pretende di imporre un’ideologia onnipervasiva. Le chiese devono piegarsi, gli artisti, gli scrittori, i registi devono adottare i temi e i moduli espressivi dettati dagli ideologi del Potere, la ricerca scientifica non può pervenire a conclusioni che mettano in dubbio gli schemi dominanti; la visione del mondo che si vuole diffondere e i comportamenti conseguenti sono imposti anche nella vita delle comunità, nel privato, nel costume, addirittura nell’abbigliamento. La dittatura si accontenta di impedire l’espressione del dissenso, il totalitarismo vuole impadronirsi delle menti. [...] La liberal-social-democrazia, giunta all’attuale stadio estremo, è un totalitarismo. L’ideologia liberal-social-democratica, coi suoi corollari progressisti, scientisti, tecnicisti ed economicisti, pervade ogni àmbito, occupa ogni spazio. Le religioni sono inaridite, artisti, scrittori e registi sono emarginati se non si adeguano ai gusti del mercato, a loro volta imposti, la legge del profitto governa  anche la ricerca scientifica; costumi, usanze, modi di vivere sono omologati attraverso tecniche pubblicitarie e processi di emulazione accuratamente sperimentati e messi a punto. Si tratta di un totalitarismo tanto più insidioso per le nostre menti in quanto non imposto con la coercizione poliziesca ma facendo uso di strumenti raffinati che ci fanno credere di essere liberi mentre subiamo un continuo lavaggio del cervello." (fonte Da Dietro il Sipario).

Nessun commento:

Posta un commento